L’urologo sciclitano Carmelo Morana tra i pochi esperti in Italia ad adottare un trattamento mininvasivo per l’ipertrofia prostatica. Responsabile dell’Urologia della Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier, ha adottato il nuovo dispositivo iTind.
L’ipertrofia prostatica benigna è una condizione molto comune, che interessa circa 6 milioni di uomini italiani: circa il 50% degli over 50 e l’80% degli over 80 affronta ogni giorno i sintomi collegati all’ingrossamento della prostata.
In Veneto con oltre un milione di uomini over 50, il disagio può arrivare a interessare oltre 500mila pazienti. Per rispondere a questi fastidiosi sintomi è disponibile un nuovo trattamento, un dispositivo mininvasivo che può essere inserito senza interventi chirurgici, senza impianti permanenti e senza l’utilizzo di cateteri.
Il dottor Carmelo Morana, responsabile dell’Urologia della Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier è tra gli esperti italiani che ha adottato il nuovo dispositivo mininvasivo per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna.
Si chiama iTind, è un brevetto israeliano distribuito da Olympus e sviluppato per trattare in modo mininvasivo i sintomi dell’ipertrofia prostatica. È realizzato in nitinol, una lega di nichel e titanio con memoria di forma, capace cioè di mantenere e recuperare la sua forma originale anche dopo essere stato deformata termicamente. Viene inserito ripiegato tramite una sonda attraverso l’uretra e si apre a “ombrello”, ritornando della sua forma originaria all’ interno dell’uretra prostatica. La procedura d’inserimento, in anestesia locale o lieve sedazione, dura 5-10 minuti e il paziente può tornare a casa poco dopo. Il dispositivo rimane in posizione per 5-7 giorni, esercitando una compressione meccanica che rimodella i tessuti prostatici e del collo della vescica, ricreando delicatamente i canali per consentire la fuoriuscita dell’urina. Viene poi rimosso in ambulatorio, permettendo un rapido sollievo dai sintomi e un ritorno immediato alle attività quotidiane senza richiedere un catetere.
“Questo trattamento mininvasivo nella mia esperienza si è rivelato particolarmente utile – afferma il dottor Morana – non solo per gli uomini over 50 con ipertrofia prostatica benigna ma anche per quei pazienti giovani, trentenni e quarantenni, che non presentano una prostata ingrossata ma che soffrono comunque di disturbi delle basse vie urinarie a causa della sclerosi del collo della vescica: poter risolvere un’anatomia problematica come la sclerosi del collo in un modo rapido, indolore e senza impatto sulla sessualità di questi pazienti è un risultato importante”. (da.di.)