Comiso – Ancora molto acceso, a Comiso, anche nella settimana di Ferragosto, il dibattito politico amministrativo sulle dimissioni dell’assessore al bilancio Arezzo. A continuare a manifestare perplessità su presunti malesseri in maggioranza e in giunta le forze di opposizione. Il direttivo di Europa Verde e il Co-portavoce di Comiso Arch. Sandra Gianna commentano: prima o poi tutti i nodi vengono al pettine…
E’ notizia di questi giorni delle dimissioni dell’Assessore al bilancio del Comune di Comiso, Dott. Giuseppe Arezzo, notizia che desta profonda preoccupazione tra i cittadini poiché non fa presagire nulla di buono all’orizzonte… Questo è stato uno dei temi affrontati dal Direttivo di Europa Verde, svoltosi in questi giorni a Comiso, alla presenza del Co-portavoce locale che, in rappresentanza dei cittadini comisani, ha espresso profonda preoccupazione per la difficile situazione economica e le sue possibili ripercussioni sulla comunità. Che non fossero tutte “rose e fiori” già si sapeva, i consistenti aumenti per quanto riguarda le tasse comunali, come ad esempio la TARI, ne erano un chiaro sintomo, ma apprendere, ad oggi, delle dimissioni improvvise dell’Assessore al bilancio, seppur con motivazioni di carattere personale e lavorativo, rende difficile non sospettare che vi siano altre ragioni legate ad una situazione debitoria ormai diventata ingestibile da parte dell’Ente. Aumentare le tasse senza predisporre nulla per incentivare l’occupazione locale, risvegliare il commercio e le attività artigianali, equivale ad entrare in un deleterio circolo vizioso da cui difficilmente è possibile venirne fuori. Da tempo Europa Verde ha rilevato tali problematiche suggerendo all’attuale Amministrazione possibili soluzioni che, purtroppo, sono rimaste lettera morta. Come è chiaro, per Europa Verde, il problema sicuramente non sono tanto le dimissioni dell’Assessore al bilancio quanto l’inerzia e l’incapacità amministrativa dell’Ente protrattasi nel tempo che ha portato le casse comunali alle suddette criticità. E purtroppo, come sempre, saranno gli ignari cittadini comisani a pagare, da qui a breve, il conto salato e lo scotto di tali inefficienze amministrative.
Da parte sua Salvo Liuzzo, di Italia viva e consigliere comunale di Coraggio Comiso aggiunge.
“Le dimissioni dell’assessore Arezzo non sono sicuramente un fulmine a ciel sereno. Era prevedibile questa defezione. E, se devo dirla tutta, credo che l’assessore, al di là delle questioni professionali che non discuto, abbia avuto ragione nel fare un passo indietro”. E’ quanto afferma il capogruppo di Coraggio Comiso al consiglio comunale, Salvo Liuzzo, a proposito delle novità che stanno riguardando da vicino la composizione della giunta Schembari. “Ho avuto modo di apprezzare la moderazione dell’ormai ex assessore durante le sedute d’aula del Consiglio comunale – chiarisce ancora Liuzzo – nonché il coraggio di avere provato a migliorare la situazione. Ma i continui commissariamenti, i consueti ritardi nella presentazione dei bilanci, i frequenti richiami dei revisori dei conti, il disavanzo certificato dal consuntivo 2023 esitato l’altro giorno e l’enorme massa passiva di fatture insolute, per quanto elementi non riconducibili al suo operato ma ad una gestione generale, per così dire, disinvolta, hanno comportato, a mio avviso, questa scelta inevitabile.
Riconosco al dottore Arezzo l’onestà intellettuale di avere riconosciuto il fallimento della gestione del recupero crediti affidato ad Area Riscossioni, anche questa situazione che ha ereditato e cercato di gestire tra mille difficoltà. Così come riconosco all’assessore pure la scelta di non prorogare il rapporto con l’agenzia privata di recupero crediti, a seguito delle innumerevoli critiche mosse dalle opposizioni e, in particolare, dal sottoscritto, durante la scorsa campagna elettorale. Per queste ragioni sono, in un certo senso, contento per la fine di quel percorso: sarebbe stato ingiusto doversi accollare il fallimento dell’ente quando tutti sappiamo che, al dottore Arezzo, non è possibile attribuire colpe degne di nota”. “Alla fine della fiera, a parte le motivazioni personali, che bisogna rispettare – conclude Liuzzo – risulta chiara, più di ogni parere o documento contabile, la certificazione della gestione fallimentare dalla quale, evidentemente, qualcuno comincia a prendere le distanze. La love story politica con gli elettori volge al termine”. (da.di.)