Ragusa – E’ sfociato in una polemica tra il sindaco di Ragusa Peppe Cassì ed il consigliere comunale 5 stelle Sergio Firrincieli, il gran parlare che si è fatto in quest’ultimo periodo, di un partenariato pubblico/privato per la gestione del Castello di Donnafugata, sicuramente la punta di diamante dell’offerta turistica cittadina. Anzi, in pieno mese di agosto, l’amministrazione Cassì ha adottato la delibera e pubblicato il bando di partecipazione che si si sarebbe dovuto chiudere entro questo mese. Sergio Firrincieli aveva manifestato molte perplessità sull’intero impianto delle proposte dell’amministrazione e avanzato parecchie obiezioni. La cosa ha provocato una decisa replica da parte del primo cittadino. Scrive dunque Cassì.
“Al consigliere Firrincieli, il quale afferma che “la proposta progettuale di partenariato speciale pubblico privato per il castello di Donnafugata non può essere liquidata con una semplice delibera e un bando che limita la possibilità di presentare le proprie adesioni nel giro di un mese” replicano le norme, le quali prevedono esattamente ciò che Firrincieli contesta.
Lo stesso vale quando il consigliere sostiene che “anche il Consiglio Comunale debba essere investito della problematica per esprimersi sulle eventuali modalità di intervento”: un ruolo già definito dalla stessa normativa, la quale prevede che al termine dell’iter il Consiglio abbia l’ultima parola sulla stipula del partenariato.
Visto che il Comune sta – e ci mancherebbe altro – applicando scrupolosamente la normativa, ciò che il consigliere non ha evidentemente capito è proprio il principio alla base del Partenariato Speciale Pubblico Privato.
Non è una procedura avviata dal Comune ma da un soggetto terzo, competente in materia, che avanza all’Ente una propria proposta di gestione. Chiunque può o avrebbe potuto fare altrettanto non solo negli scorsi mesi ma negli scorsi anni, prendendosi tutto il tempo per formulare il progetto più vantaggioso in termini di tutela e valorizzazione del Castello.
Il successivo bando, infatti, serve a dare anche a quei privati che non ci hanno pensato prima la possibilità, comunque, di formulare una propria proposta migliorativa per il Castello.
Una proposta che può arrivare anche ad agosto, tutt’altro che un periodo di ferie per le società che lavorano nell’ambito dei beni culturali. Se il consigliere Firrincieli ha avuto tempo e modo per leggere tutte le pagine della proposta, che è pubblica e trasparente, certamente possono farlo anche team specializzati ed esperti del settore.
Donnafugata, che in questi ultimi anni ha conosciuto una stagione di restauri come non viveva da (troppi) decenni, deve poter finalmente esprimere tutto il suo potenziale già dal prossimo anno.
Maggiori aperture al pubblico, anche serali; maggiore disponibilità di personale altamente qualificato; sinergia strategica con il nuovo Museo della Città di Palazzo Zacco; eventi selezionati e di alto livello; promozione del bene.
Solo alcuni esempi che si possono riassumere in una parola: fruizione. Il patrimonio deve poter essere conosciuto e vissuto.
Al centro ci sarà un tavolo tecnico paritario pubblico-privato; una cabina di regia dove conoscenza del territorio e competenza nella gestione di beni culturali si incontrano per individuare le migliori scelte strategiche e operative.
Il Comune di Ragusa rimane e rimarrà proprietario e protagonista delle strategie di utilizzo di Donnafugata”.
Questo inveve quanto aveva obiettato Firrincieli.
“La proposta progettuale di partenariato speciale pubblico privato per il castello di Donnafugata non può essere liquidata con una semplice delibera e un bando che limita la possibilità di presentare le proprie adesioni nel giro di un mese. E’ una questione molto complessa, che impegnerà il Comune per 10 anni più eventuali altri 10, attraversando, dunque, quattro diverse future amministrazioni comunali, e che, per tale ragione, presuppone il fatto che anche il consiglio comunale debba essere investito della problematica per esprimersi sulle eventuali modalità di intervento”.
Lo dice il consigliere comunale del movimento Cinque Stelle, Sergio Firrincieli. “E’ stata già protocollata, a quello che è dato sapere – aggiunge il consigliere pentastellato – una proposta proveniente da un gruppo di privati, che sinceramente non riteniamo vantaggiosa per l’ente, e i tempi ristretti per eventuali altre candidature non ci mettono nella condizione di ricevere ulteriori proposte migliorative. Noi, per quanto abbiamo già letto nella proposta, siamo contrari alla esternalizzazione con queste modalità dove alcune voci di spesa rimarrebbero in capo all’ente e altre non è ben chiaro da chi dovrebbero essere sostenute. Tuttavia, se e qualora il consiglio comunale decida di intraprendere questo percorso, dovrà avvenire avviando una procedura che possa essere il più possibile aperta davvero a tutti, prevedendo un bando a evidenza pubblica su scala europea come da normativa e con tempi adeguati ad una istruttoria simile a quella già ricevuta e termini di presentazione che non possono essere solo di un mese, ma di almeno, così si fa in casi del genere, 180 giorni, il tutto per ottenere la proposta economicamente più vantaggiosa tra le numerose che certamente potrebbero arrivare”.
“Questo perché – chiarisce ancora Firrincieli – tutti i documenti richiesti, per la complessità degli stessi, in un periodo, tra l’altro, quello agostano, in cui gli uffici non sono operativi al cento per cento, non possono essere prodotti in un lasso di tempo così ridotto”. “Chiunque volesse leggere le 122 pagine della proposta progettuale già pervenuta (il sottoscritto lo ha fatto) – ancora Firrincieli – si renderebbe facilmente conto che i proponenti vi lavorano da mesi. Naturalmente, non conosciamo le aziende eccetto appunto per quanto potuto apprendere nella lunga relazione prodotta in proposta progettuale e dai curricula allegati del gruppo dirigente delle due società Logos (con sede anche a Ragusa) e Civita Sicilia all’uopo legate in una Rti che potenzialmente potrebbe aggiudicarsi il bando. La scelta che si vuole compiere ha una ricaduta importante sul cespite forse più prestigioso al momento in possesso del patrimonio immobiliare del nostro Comune, l’unico che nel 2023 ha portato nelle casse del Comune 622mila euro. Per cui non si può liquidare tutto in un mese come se nulla fosse. E, soprattutto, non riteniamo congrue le somme che il Comune introiterebbe con questo accordo (30mila euro) e ci sono aspetti non descritti come la percentuale sugli introiti, o quelli definiti dai proponenti “criticità”, che vorremmo venissero chiariti e per i quali abbiamo redatto ed inviato apposito accesso agli atti. Ma è necessaria una adeguata ponderazione rispetto alle scelte da adottare. Il sindaco annulli il bando e ritiri la deliberazione di giunta n. 317 del 23 luglio 2024 e si avvii un percorso condiviso che non può escludere il ruolo del consiglio comunale fatti i dovuti passaggi anche nelle relative commissioni Risorse, Cultura e Affari generali ai presidenti delle quali abbiamo inviato espressa richiesta di convocazione urgente”. (da.di.)