Ragusa – Il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, con una dichiarazione diffusa oggi replica alle obiezioni sul partenariato Speciale Pubblico – Privato per la gestione di Donnafugata.
La dichiarazione del sindaco di Ragusa, Peppe Cassì:
“Un Partenariato Speciale PUBBLICO – Privato per il castello di Donnafugata. Per una strana coincidenza, nelle polemiche che leggo su giornali e social la parola “pubblico” sparisce sempre. Così come sparisce, nonostante espresso più volte, il fulcro della futura gestione del Castello: un tavolo tecnico paritario pubblico-privato, una cabina di regia dove titolarità del patrimonio (che resta comunale), conoscenza del territorio e competenza nella gestione di beni culturali si incontrano.
Il Comune non dà Donnafugata ai privati, come si dice in maniera semplicistica: il Comune si fa affiancare da privati competenti in materia. Succede dappertutto, ma qui sembra (per alcuni) una roba dell’altro mondo. Eppure, nel nostro programma elettorale c’è un preciso riferimento a forme di collaborazione pubblico/privato per la gestione di siti di interesse culturale. Concetto ripreso nella relazione di inizio mandato, nel piano strategico ed in quello operativo del documento unico di programmazione (DUP), che è stato approvato in Consiglio comunale. Ma c’è oggi chi finge sorpresa.
Durante il primo mandato sono stati fatti investimenti milionari sul complesso Donnafugata, con iniziative in alcuni casi in continuità con la precedente amministrazione.
Proviamo a sintetizzare: completato il Museo del Costume; aperti infopoint, caffetteria e bookshop; restaurato l’immobile in fondo al viale di accesso, oggi FarMuseum; restaurati la sala che fu teatro, gli ampi cortili interni mai in passato accessibili, i tetti e gli infissi, la torre quadrata; installati wi-fi, pannelli e qr informativi. Il parco ha beneficiato di un restauro epocale da 2 milioni di euro.
Tutto questo è servito ad aumentare attrattività e visitatori? Sì, le presenze sono state in costante aumento sino ad arrivare a superare le 110.000 nel 2023.
Tutto questo basta ad esprimere il potenziale di Donnafugata? No, si può fare di più. Il Castello può essere più accessibile, sia come orari che per spazi aperti al pubblico; più promosso e pubblicizzato; dotato di maggiori servizi. Per farlo serve il supporto di specialisti con esperienza nella valorizzazione e promozione di siti di rilevanza culturale.
Affermarlo non è, come qualcuno ha detto, una manifestazione di incapacità, ma una assunzione di responsabilità, è lungimiranza.
Rispondo allora punto per punto ai dubbi che vengono più spesso sollevati.
1) Il privato potrà operare a suo piacimento?
No. Il Partenariato speciale pubblico-privato prevede che il partner privato “non esercita un diritto esclusivo di sfruttamento economico del bene ma è referente dell’ente pubblico territoriale nel processo di valorizzazione a cui concorre. L’accordo di PSPP è un contratto a “formazione progressiva che verifica di volta in volta i contenuti operativi degli investimenti e della valorizzazione, in cui gli operatori culturali e gli enti territoriali, che dispongono dei beni oggetto del processo di valorizzazione, concorrono, nei rispettivi ruoli e con modalità di co-progettazione, a medesime finalità di interesse generale”.
“Il procedimento negoziale che investe il partenariato speciale non si esaurisce nella stipula del contratto: si determina infatti un continuum di dialogo tra le parti e gli organismi di collaborazione previsti mediante la instaurazione di un tavolo tecnico permanente e paritario”.
In buona sostanza, il Comune di Ragusa non sta cedendo o peggio, svendendo, il Castello di Donnafugata ma, mantenendo inalterato il proprio potere e le proprie prerogative, si avvale della collaborazione di soggetti con esperienza nella valorizzazione di siti culturali.
2) È vero che il Comune riceverà solo 30mila euro l’anno?
Questo è proprio l’esempio di come la realtà venga distorta. Chi critica infatti parla degli incassi ma tace sulle spese. Non dice che sono a carico esclusivo del partner privato i costi di manutenzione ordinaria del Castello, manutenzione del Parco, personale, pulizia, le utenze e quant’altro fino ad oggi a carico del Comune. Spese, tra l’altro, destinate ad aumentare considerevolmente: più personale competente, più aperture, più promozione, più investimenti vogliono dire anche maggiori costi.
3) Come funziona un bando per PSPP?
Un soggetto privato con specifica competenza in materia avanza all’Ente pubblico proprietario una proposta di co-gestione per un sito culturale. Chiunque avrebbe potuto farlo negli scorsi mesi o anni. La proposta, che risulta in linea con i programmi strategici e operativi dell’Ente, viene quindi messa a bando per verificare se ci siano altri soggetti interessati, capaci di avanzare una offerta migliorativa entro un determinato limite temporale.
4) Il privato che ha formulato la proposta ha avuto più tempo?
L’avviso scadrà il 12 settembre, dopo un mese dalla pubblicazione. Come accade in qualsiasi partenariato, è ovvio che il privato formalizza una proposta dopo avere interloquito con gli uffici del Comune per ricevere tutti i dati tecnici necessari (come avrebbe potuto fare chiunque altro). È altrettanto ovvio che qualsiasi altro candidato potrà formulare una eventuale proposta migliorativa basandosi proprio sui dati contenuti in quella già pubblicata.
Non proporrei comunque alcuna obiezione se il dirigente di settore ed il responsabile del procedimento disponessero una proroga di alcune settimane, purché ciò non rappresenti un ostacolo all’obiettivo di avviare il nuovo modello gestionale sin dalla prossima primavera, tenuto conto che la procedura si concluderà con i passaggi in Commissione e in Consiglio comunale, cui spetta la parola definitiva sull’accordo di partenariato.
5) Ci sarebbe un “enigma” nelle date della documentazione?
Gli step amministrativi sono trasparenti e certificati dal sistema informatico in dotazione all’Ente, dal quale si evince l’avvio della lavorazione interna agli uffici, dall’inserimento della proposta con i relativi pareri all’ordine del giorno della giunta del 1 agosto 2024.
Basterebbe un semplice accesso agli atti per verificarlo, anziché procedere per insinuazioni.
Chi sospetta accordi sottobanco o altro di inconfessabile, evidentemente avvezzo a tali sistemi, se ne faccia quindi una ragione: esiste un modo diverso di fare politica, che ha unicamente l’obiettivo di raggiungere in tempi ragionevoli i traguardi che ci siamo prefissati.”