Comiso – Un tripudio di colori. Per onorare la Vergine. Con strisce di carta azzurre, rosse e gialle che hanno reso il momento molto suggestivo. Si è consumata secondo tradizione, ieri sera, a Comiso, la solenne “Sciuta” del venerato simulacro della Madonna delle Grazie. Il rito si è tenuto subito dopo la santa messa che era stata presieduta dal vescovo della Diocesi di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa. Un momento molto emozionante che è stato salutato con un grande applauso da tutti i presenti alla cerimonia. Dopo l’uscita del simulacro dalla parrocchia, si è formato il corteo che ha animato la processione per le vie principali della città.
Non sono mancate delle particolari soste di preghiera, come quella in chiesa Madre. In piazza Fonte Diana, poi, un altro momento significativo è tornato a riproporsi, con il sindaco Maria Rita Schembari che ha letto l’atto di consacrazione della città alla Madonna delle Grazie. Nella basilica di Maria Santissima Annunziata, altresì, sono stati celebrati, dopo una straordinaria accoglienza, i Vespri solenni. In mattinata c’erano state già la santa messa in memoria di don Francesco Lo Monaco, primo parroco della parrocchia, e quella presieduta da don Franco Otone, parroco della parrocchia San Pio X a Ragusa, con la celebrazione in memoria di mons. Rosario Sgarioto, secondo parroco della parrocchia. Poi, il momento sempre molto intenso della discesa del venerato simulacro della Madonna delle Grazie.
Oggi, intanto, si prosegue con l’Ottavario che, alle 19,30, sarà caratterizzato dalla recita del Rosario e alle 20 dalla concelebrazione eucaristica presieduta dal vicario foraneo, il sacerdote Girolamo Alessi. Domani, alle 18,30, arrivo del simulacro della Madonna presso contrada Manco, alle 19 la recita del Rosario e alle 18,30 la santa messa. Mercoledì santo Rosario alle 19 e santa messa alle 19,30. Giovedì 5 settembre, arrivo del simulacro della Madonna presso contrada Giardinella (casa famiglia Vicino), alle 19 recita del Rosario e alle 19,30 celebrazione eucaristica presieduta da don Francesco Vicino.