Ragusa – La Virtus Ragusa riparte da un sentimento d’amore: quello che la sera del 20 giugno ha accompagnato il suo ritorno in Serie B, al termine di una serie durissima contro Pesaro, di fronte al grande pubblico del PalaPadua. Ma anche da identità, perseveranza, coraggio: fattori che saranno determinanti per onorare la categoria, nonostante il poco tempo per prepararla. In questi tre mesi si è corso, tra vacanze (meritate), composizione del roster e preparazione. Quella che si appresta a scendere in campo contro Treviglio, domenica prossima, per la prima giornata di campionato, è una squadra caparbia e ancora molto giovane, che dovrà entrare al più presto in sintonia con le soluzioni proposte dallo staff tecnico per dare prova delle sue potenzialità.
Dopo l’ultimo test con Agrigento, restano pochi giorni per settare i meccanismi e lucidare il fisico, e infine via per questa grande avventura: la Virtus è stata inserita nel girone A assieme a Capo d’Orlando, Agrigento e altre 17 formazioni del Nord Italia, alcune di grande blasone ed enorme caratura tecnica. Si giocherà persino a Santo Stefano, con una sola domenica “libera” da qui al 27 aprile, data dell’ultimo incontro con Legnano. Sarà una prova di resilienza autentica – con tanti turni infrasettimanali, il primo il 2 ottobre a Faenza – anche se potrà beneficiarne il pubblico: di certo non mancherà lo spettacolo.
“Siamo di fronte a un impegno gravoso per i ragazzi e per la società, ma siamo certi di essere ripagati dalla nostra gente – spiega la presidente Sabrina Sabbatini –. L’anno scorso è stata una cavalcata stupenda, abbiamo fatto il carico di emozioni. E’ stato bello festeggiare, ma l’estate ci ha riportato sulla terra ferma. Andremo a confrontarci con delle corazzate, dovremo dare l’anima. Ma abbiamo bisogno del grande sostegno dei tifosi ragusani. In questa settimana che ci separa dall’inizio ufficiale della stagione, spererei di veder aumentare il numero di abbonati: significherebbe poter contare su un pubblico fidelizzato, capace di gioire e soffrire insieme a noi, ma soprattutto di trascinarci. Dobbiamo poter dimostrare che Ragusa è la città del basket. Noi abbiamo cercato di costruire una squadra competitiva, con ragazzi di valore dentro e fuori dal campo. Che poi è la prerogativa di sempre: la Virtus vuole essere una famiglia, e in questa famiglia i tifosi sono determinanti”.
L’asticella, sotto il profilo tecnico, si è alzata inevitabilmente rispetto allo scorso anno: “Sarà un campionato impegnativo, dovremo viaggiare tanto – dice la presidente della Virtus -. Avremo dei momenti di difficoltà che bisognerà superare insieme. Il coach e il suo staff stanno lavorando con immenso trasporto dal 20 agosto, e speriamo già da subito di poter raccogliere i frutti. Per chi, come noi, ha terminato la scorsa stagione a fine giugno, non è stato un mercato facile. Abbiamo dovuto rinunciare a capitan Sorrentino e a giocatori che ci hanno dato tanto; ne sono arrivati degli altri, funzionali al progetto tecnico, che ci daranno una mano a raggiungere gli obiettivi. Ma il legame della città con la squadra – mi permetto di dire – non dipende dai volti, bensì dalla passione che questa maglia ci trasmette. Non vediamo l’ora di scendere in campo e condividere con la nostra gente un’altra stagione di grande pallacanestro”.