Ragusa – “Patrimonio in cammino”: questo il tema delle Giornate Europee del Patrimonio 2024. In questa occasione l’Archivio di Stato di Ragusa intende far conoscere al pubblico il fondo Ajosa Pepi Statella, recentemente acquisito e ora disponibile alla consultazione.
Tale plesso documentario, che va ad aggiungersi agli altri importanti archivi privati custoditi presso l’Istituto, racconta la storia di un patrimonio in costante movimento: nei secoli, ai fini della formazione e composizione dello stesso archivio. Nel presente, attraverso il suo trasferimento da Bagheria, ove era custodito, a Ragusa.
Un patrimonio in viaggio quindi, da un capo all’altro della Sicilia, dal privato al pubblico, un itinerario concluso con l’approdo al “porto sicuro” dell’Archivio di Stato, accolto entro le migliori condizioni di tutela e di valorizzazione e disponibile adesso alla pubblica fruizione.
L’archivio Ajosa Pepi Statella raccoglie atti e scritture diverse collocate su un lungo arco temporale (secc. XV-XXI), comprendenti investiture, contratti matrimoniali, testamenti, inventari, atti dotali, atti di compravendita, atti notarili, carte di natura amministrativa e contabile, donazioni, gabellazioni, memoriali, scritture di natura privata e familiare, corrispondenza e miscellanee di carte sciolte. Le sue carte contengono notizie rilevanti per la storia siciliana tra Tardo Medioevo ed Età Moderna, con particolare riguardo per quella delle casate che governarono i diversi territori.
Si segnalano, di particolare interesse anche per l’attinenza al patrimonio archivistico dell’Istituto, le serie contenenti documentazione relativa all’area iblea e sud-orientale, con riferimento a diverse famiglie ivi stanziate (es. Pepi, Statella, Caruso, Cabrera, Naselli, Gaetani, Landolina), fornendo dati utili alla ricostruzione delle vicende che caratterizzarono il territorio a partire dal Tardo-Medioevo, anche in relazione al processo di scorporo della Contea di Modica che si prolungò nei decenni centrali del sec. XV, producendo la nascita di signorie territoriali limitrofe. Arricchisce ulteriormente il fondo la presenza di una decina di preziose pergamene, la più antica delle quali è datata 1464.