Non accenna a placarsi la delicata questione delle presunte offese rivolte da un innominato assessore della giunta Cassì a quattro consiglieri della stessa maggioranza. Rei, a suo dire, di aver presentato un atto di indirizzo non concordato con il resto della maggioranza e soprattutto, malpensiamo noi, non ‘autorizzato’ dal sindaco e dal suo entourage e pertanto costretti a ritirarlo. I fatti erano avvenuti durante la seduta consiliare di due settimane fa ma erano stati oggetto di reticenti e imbarazzati interventi nella seduta di lunedì di questa settimana. Fatti giudicati negativamente da parte delle minoranze perché segnale inequivocabile di distorte interpretazioni sul ruolo dei consiglieri comunali. Su questi argomenti una nota dei gruppo consiliare del Pd.
A Ragusa offese a consiglieri comunali da parte di un assessore, PD: “Il sindaco minimizza, ma fatto politicamente rilevante”
“Se, in una riunione a porte chiuse, fosse stato un consigliere di opposizione ad apostrofare con termini poco carini un assessore della giunta Cassì, il sindaco avrebbe preteso scuse pubbliche e capo cosparso di cenere. Ma la visione del mondo che ha Cassì è alla rovescia, caratterizzata da doppiopesismo”. Così i consiglieri comunale del Partito Democratico, Peppe Calabrese, Mario Chiavola e Giuseppe Podimani, commentano le dichiarazioni rilasciate dal sindaco in aula consiliare in merito all’episodio che ha visto quattro consiglieri comunali di maggioranza essere oggetto di offese da parte di un assessore perché colpevoli di aver presentato un ordine del giorno non gradito.
“Da quanto affermato ai microfoni in aula da uno dei consiglieri oggetto delle offese – spiegano – siamo ormai certi che l’episodio si è effettivamente verificato, ma per il primo cittadino non è “politicamente rilevante”, è “guardare dal buco della serratura” perché, parafrasando quanto detto Cassì, insomma, succede anche nelle migliori famiglie di farsi scappare qualche intemperanza nel corso di riunioni di partito. Non pensavamo fosse necessario, ma ci troviamo costretti a spiegare al sindaco che il fatto è politicamente rilevante e grave sotto così tanti aspetti che sarà difficile elencarli tutti. Innanzitutto, lo abbiamo già detto, quanto accaduto è politicamente gravissimo perché l’atteggiamento dell’assessore in questione (rimasto anonimo per palese viltà) si è tradotto in un comportamento minaccioso che ha costretto dei consiglieri comunali a ritirare un proprio atto; poi proprio perché è impensabile che un assessore, con la propria arroganza, possa pretendere qualcosa da parte di consiglieri eletti direttamente dai cittadini; ancora, è grave perché il sindaco è garante della propria coalizione e deve essere in grado di gestire gli equilibri al suo interno impedendo che fatti del genere accadano; dato che è successo già un’altra volta, protagonista però un collaboratore del sindaco che si è fatto scappare parole violente nei confronti di un consigliere, sentiamo l’esigenza di chiedere a questa amministrazione di imparare a comprendere la differenza che c’è tra un nominato e un eletto, soprattutto quando questi si trovano sotto lo stesso tetto del Municipio di Ragusa, luogo istituzionale nel quale i rapporti devono assolutamente essere improntati al rispetto oltre che delle persone, del ruolo che queste ricoprono. Quanto accaduto è grave, inoltre, perché è evidente il tentativo di nascondere sotto il tappeto quanto successo, ma i cittadini hanno il diritto di sapere cosa accade nel palazzo comunale e perché, hanno il diritto di sapere che se qualcuno sbaglia (e ciò è chiaro come il Sole) allora c’è anche chi chiede scusa”.
“Il sindaco Cassì, invece – aggiungono i consiglieri PD – non solo non ha voluto che l’assessore si scusasse, crediamo perché se il “colpevole” del fatto increscioso è chi pensiamo noi non lo avrebbe mai fatto e per arroganza e per vigliaccheria, ma non ha neanche pensato a porgere le proprie scuse in qualità, come detto, di garante del rapporto tra giunta e consiglieri di maggioranza. “Non giustifico, ma…” si è limitato a dire, dello stesso livello della frase “non sono razzista, ma…”.
“Questo atteggiamento è intollerabile – concludono dal gruppo consiliare democratico – e ci auguriamo davvero che i consiglieri vittime di questo episodio, nei confronti dei quali confermiamo la nostra solidarietà, possano prendere coscenza dell’accaduto e prendere le distanze da chi, evidentemente, non merita di ricoprire ruoli istituzionali così delicati”. Insomma è appena il caso di ricordare, citando il caro Lucio Battisti “che quel che brucia non son le offese”. (da.di.)