Ragusa – “Riconversione e non dismissione”. È quanto afferma a proposito del piano industriale di Versalis il consigliere comunale 5 stelle di Ragusa Sergio Firrincieli. E lo fa dopo aver partecipato all’assemblea sindacale dei lavoratori Eni dello stabilimento di contrada Tabuna minacciati nel loro futuro occupazionale, rivendicando orgogliosamente di appartenere ad una famiglia il cui padre è stato ex dipendente della principale fabbrica ragusana. Infatti afferma “anche io, personalmente, sono figlio di un ex dipendente e quindi devo dire grazie al lavoro svolto da mio padre che ha permesso alla mia famiglia una vita dignitosa.
Quindi c’è anche una questione personale, sentimentale direi quasi, che mi lega allo stabilimento”. Dopo questa rivendicazione di appartenenza a quella che è stata la storia comune di parecchie centinaia di famiglie di Ragusa dagli anni 60 in poi, il consigliere pentastellato entra nel merito della vicenda. “Oltre al diretto, ovvero i dipendenti Eni, quelli delle ditte che subappaltano servizi all’interno di Versalis e a tre consorzi di autotrasportatori con circa 150 padroncini, c’è anche tutto l’indotto. Rischiano tutti di perdere la commessa se l’impianto di Versalis chiude. Con gravi conseguenze per l’economia cittadina e non solo. Una situazione davvero preoccupante e complicata che andrebbe a fare perdere la storia dell’estrazione petrolifera e di un polo industriale nella nostra città, storia che affonda le radici negli anni Sessanta e Settanta, quelli del boom. E’ necessario intervenire, politicamente e istituzionalmente – chiarisce Firrincieli – perché tutti, a vario titolo, nella nostra città sono collegati a questo stabilimento.
Tutte le istituzioni, a partire dal governo nazionale e, certamente, gli amministratori locali, devono cercare di avviare una interlocuzione privilegiata con Eni allo scopo, assieme ai sindacati, di evitare la chiusura di questo impianto, difendendo con le mani e con i denti la presenza dell’unica industria in città. Siamo assolutamente d’accordo con la decarbonizzazione, ma questa deve fornire nuove opportunità di lavoro, di crescita e di sviluppo non certo compromettere il futuro di centinaia di famiglie. Lo sappiamo, la situazione è complicata. E proprio per questo è necessaria un’azione concertata a livello politico per riuscire a trovare uno sbocco che ci consenta di fare parlare di riconversione e non certo di dismissione. Per il futuro di Ragusa, questa è una battaglia vertenziale straordinaria. Ed è per tale motivo che occorrono azioni altrettanto straordinarie. Da tutte le parti”. (da.di.)