L’Associazione Giornalisti Radiotelevisivi e Telematici (Agirt) segnala le anomalie presenti nel bando emanato dal Libero Consorzio Comunale della Provincia di Ragusa per l’assunzione a tempo indeterminato di un giornalista professionista addetto alla comunicazione dell’Ente. Oltre al palese ossimoro visibile anche a una lettura superficiale (dato che un giornalista è di per sé un comunicatore, rendendo superfluo specificare che debba occuparsi di comunicazione), l’intera struttura del bando appare poco chiara e, in ogni caso, non allineata con le mansioni della figura che si intende assumere. Si confonde infatti tra la figura del giornalista pubblico e quella del comunicatore, due profili ben distinti che, nella pubblica amministrazione, collaborano ma con ruoli molto diversi. Le mansioni e gli obblighi deontologici del giornalista impegnato nel settore pubblico sono definiti dalla legge 150 del 2000, della quale il bando non tiene conto.
Inoltre, la legge 69 del 1966, che istituisce l’Ordine dei giornalisti, impone agli iscritti nell’elenco dei professionisti l’esclusiva professionale, mentre dal bando si evince che il giornalista professionista eventualmente selezionato dovrebbe svolgere anche incarichi amministrativi e organizzare eventi, oltre a fare riprese e montaggi video. Una serie di attività chiaramente in contrasto con quanto stabilito dall’Odg e dalla stessa “150”. Anche negli accordi Aran–Fnsi viene delineato il mansionario del giornalista pubblico che “si occuperà della gestione e del coordinamento dei processi di informazione e individuerà gli strumenti per una corretta, costante ed aggiornata informazione sull’attività istituzionale.” Ruoli precisi e certificati da leggi dello Stato e accordi sindacali. Altre funzioni ha, invece, il comunicatore pubblico o lo “specializzato di ripresa e montaggio” che il giornalista utilizza per realizzare audiovisivi funzionali all’informazione sulle attività dell’Ente.
Il bando riflette purtroppo la realtà attuale, in cui confusione e cannibalizzazione dei ruoli appiattiscono sempre di più la figura del giornalista, nonostante gli sforzi di aggiornamento e qualificazione che la categoria sta compiendo. A tale proposito, è da stigmatizzare l’esclusione dei pubblicisti dalla possibilità di concorrere, mentre la legge 150 non pone alcuna distinzione tra pubblicisti e professionisti. Il valore del percorso più qualificante con il superamento degli esami di Stato può essere considerato, attribuendo un maggiore punteggio ai professionisti, ma nei concorsi pubblici deve essere sempre garantita la massima partecipazione possibile. Titoli ed esami contribuiranno poi a selezionare il candidato migliore.
Anche la richiesta di laurea specialistica o di vecchio ordinamento (senza specificare quale tipologia di laurea) non tiene conto del principio della massima partecipazione. Un principio che offre maggiori possibilità di scegliere il candidato più idoneo, fugando il dubbio che il bando possa essere stato cucito su misura per qualcuno. Inoltre, non sono considerati i nuovi percorsi formativi intrapresi dal mondo accademico, che valuta la qualificazione in base ai crediti formativi. Molti giornalisti, ad esempio, hanno conseguito una laurea triennale in Scienze della Comunicazione (180 crediti formativi), seguita da un master di primo livello in “Manager della comunicazione pubblica” (120 crediti formativi), e da un ulteriore master in “Social Media Manager”. Percorsi offerti dagli atenei siciliani che forniscono competenze superiori e maggiori crediti rispetto a una semplice laurea specialistica, ma che non consentono comunque la partecipazione a questo bando, evidenziando una contraddizione.
Il Libero Consorzio Comunale di Ragusa, che attualmente non dispone di un addetto stampa, potrebbe utilizzare questo bando per ripristinare l’organico che aveva in passato, prevedendo anche una figura di addetto stampa di categoria C. È inoltre singolare che, tra le esperienze professionali valutate, il bando riconosca solo quelle presso agenzie di stampa, direzioni di testate e uffici stampa pubblici, dimenticando altre attività giornalistiche che formano ugualmente sul campo e offrono un’eccellente formazione professionale. A tal proposito, il decreto Barbagallo della Regione Siciliana, utilizzato nel concorso del Comune di Siracusa, anche se datato, fornisce una gamma più ampia di qualifiche e attività valutabili, rendendo più difficile il “taglio su misura” per candidati preselezionati.
Per le ragioni sopra esposte, Agirt chiede che il bando venga sospeso in autotutela per consentire le opportune modifiche. In ogni caso, qualora questo stato di cose persista, si sta valutando l’ipotesi di ricorso al TAR per garantire che le competenze dei giornalisti siano correttamente valorizzate. L’Associazione invita inoltre l’Assostampa di Ragusa a intervenire, mettendo in campo capacità di mediazione e progettualità che il sindacato ha sempre dimostrato.