Ragusa – Sono state giornate di fede e condivisione straordinarie, epiche, intense. Giornate che hanno consentito di scrivere una nuova pagina di storia lungo il percorso di questa città. La commemorazione del 332esimo anniversario del grande terremoto del 1693 ha consentito di mettere in evidenza una speciale unità d’intenti tra due comunità, quelle dei compatroni San Giovanni Battista e San Giorgio martire. Le celebrazioni che sono entrate nel vivo venerdì scorso hanno visto partecipare migliaia di fedeli, a testimoniare di come l’attenzione e l’affezione per i due patroni sia particolarmente viva e radicata. Prima il simulacro di San Giovanni Battista dalla cattedrale è stato portato al duomo.
Da qui, sabato pomeriggio, i due simulacri del santo precursore e di San Giorgio sono stati portati in cattedrale, non prima, però, di una sosta di commemorazione civile e di preghiera davanti al portale dedicato al santo cavaliere. Il vescovo, mons. Giuseppe La Placa, in serata ha presieduto il solenne pontificale alla presenza delle massime autorità cittadine e provinciali. Ieri, poi, il simulacro di San Giorgio dalla cattedrale è rientrato al duomo. “La fede – ha spiegato il vescovo citando le parole di Papa Francesco pronunciate nell’Angelus di qualche anno fa – non è una ninna nanna che ci culla per farci addormentare, ma un fuoco acceso per farci stare desti e operosi. Non dispensa una falsa pace intimistica, ma accende un’inquietudine che ci mette in cammino, ci spinge ad aprirci a Dio e ai fratelli e proprio come il fuoco, mentre ci riscalda con l’amore di Dio, vuole bruciare i nostri egoismi, illuminare i lati oscuri della vita, consumare falsi idoli che ci rendono schiavi.
Mentre celebriamo la festa del battesimo di Gesù e ricordiamo le vittime del terremoto che sconvolse la vita dei nostri centri abitati, chiediamo al Signore, per intercessione della Vergine Maria e dei nostri santi patroni San Giorgio martire e San Giovanni Battista, di tenere sempre viva in noi la fiamma della fede affinché con la nostra testimonianza possa portare a tutti il fuoco dell’amore di Dio che riscalda il cuore e rende bella la vita”. Ieri mattina, poi, nonostante le avverse condizioni meteo, c’è stata la camminata della speranza, curata dall’ufficio diocesano per la Pastorale del tempo libero, Turismo e Sport, un altro evento che non ha mancato di attirare l’attenzione dei fedeli i quali, in cammino dalla cattedrale al duomo, hanno voluto rendere onore ai due compatroni e ricordare, a modo loro, le vittime del grande terremoto del 1693.