Ragusa – Ben due interventi ravvicinati da parte del gruppo consiliare del PD di Ragusa su altrettanti argomenti di primaria importanza: sanità e Prg. Con riferimento allo strumento urbanistico rimasto fermo al palo da svariati mesi, Peppe Calabrese, Mario Chiavola e Giuseppe Podimani ne denunciano l’impasse parlando di “città bloccata e “lanciano un allarme sulla grave situazione di stallo in cui versa la città di Ragusa a causa del ritardo nell’approvazione del Piano Regolatore Generale (PRG)”. Queste le loro considerazioni. “Da sette anni l’amministrazione comunale non riesce a portare a termine un iter fondamentale per lo sviluppo urbanistico della città. Nonostante l’impegno del PD per impedire il commissariamento da Palermo sulla questione, la giunta continua a tergiversare, mettendo a rischio il futuro di Ragusa”.
Secondo i consiglieri, il blocco del PRG ha gravi ripercussioni sulla vita dei cittadini e degli operatori del settore: “In questo periodo nel quale il nuovo PRG attende da quasi sei mesi d’essere portato in Consiglio comunale per affrontare le osservazioni è in vigore il precedente e qualunque tecnico è costretto a lavorare secondo una doppia conformità: i progetti edilizi devono essere conformi a entrambi i piani. Ovviamente ciò comporta costi aggiuntivi e un significativo rallentamento dell’attività edilizia”.
Il PD accusa l’amministrazione comunale di “manifesta incapacità” e di privilegiare “l’effimero e l’evanescente” rispetto ai problemi concreti della città. “Siamo stanchi degli annunci e delle promesse non mantenute”, affermano i consiglieri, “vogliamo fatti concreti e un Piano Regolatore Generale che dia una prospettiva di crescita alla nostra città. Inoltre, a Ragusa manca il Piano Particolareggiato dei Centri storici, indispensabile per programmare politiche di rigenerazione secondo standard abitativi moderni per Ragusa centro: su questo non è stato fatto nulla e la desolazione per le vie della parte vecchia di Ragusa superiore certifica il fallimento di questa amministrazione”.
I consiglieri dem chiedono con forza all’amministrazione “di accelerare i tempi e di portare immediatamente in consiglio comunale le osservazioni al PRG, oppure di alzare bandiera bianca e lasciare che sia un commissario a risolvere la situazione”. Infine, un appello alle associazioni di categoria e agli ordini professionali interessati allo sblocco del PRG: “Facciano sentire la loro voce”, dicono i dem, “prendano posizione contro l’immobilismo dell’amministrazione Cassì”.
“Non possiamo permettere che Ragusa continui a rimanere bloccata”, concludono Calabrese, Chiavola e Podimani, “è ora di cambiare passo e di dare una svolta alla nostra città”.
I tre esponenti consiliari ragusani di opposizione, in precedenza erano anche intervenuti sull’altra questione scottante della sanità sottolineando con riferimento all’iniziativa del PD ‘il viaggio nella Sanità ‘, che “nonostante le denunce nulla muta nella situazione critica del pronto soccorso di Ragusa e che sono necessarie risposte”. Calabrese Chiavola e Podimani argomentano”Dopo che il nostro deputato regionale, l’on. Nello Dipasquale, e il nostro segretario cittadino, Peppe Calabrese, hanno puntato i riflettori sull’esiguità dell’organico del pronto soccorso del Giovanni Paolo II di Ragusa, non sembra che le cose siano cambiate molto. Continuiamo a ricevere segnalazioni di utenti costretti a un’attesa lunghissima. E non comprendiamo perché la direzione strategica non riesca a individuare le opportune soluzioni. Stiamo parlando di cura delle persone, di attenzione verso chi ha bisogni specifici legati alla salute. Non è possibile continuare in questo modo”.
Parola dei consiglieri comunali del Pd di Ragusa, Mario Chiavola e Giuseppe Podimani, che si appellano, unitamente al segretario Calabrese, a quanti hanno la possibilità di intervenire e di individuare una soluzione. “La questione è drammaticamente seria – continuano Calabrese, Chiavola e Podimani – non foss’altro perché incide su scelte che possono risultare in qualche modo legate al futuro di ogni paziente. Se non si interviene in maniera tempestiva, quando è il caso, si rischia molto. E gli operatori questo lo sanno. E lo sanno pure i vertici dell’Asp. Il pronto soccorso si è trasformato ormai da tempo in un campo da guerra. E questo non è ammissibile”. Poi Mario Chiavola aggiunge “rivolgo, al contempo, il mio sincero ringraziamento a tutti i sanitari che si dannano per dare delle risposte efficaci. Ma è chiaro che, anche per loro, questo modo di fare è diventato estremamente pesante. Bene hanno fatto i vertici del Pd di casa nostra ad animare questo viaggio nella Sanità, denunciando tutto ciò che non va. Ora ci aspettiamo risposte serie e concrete”. (da.di.)