Ragusa – A pesare, in questo mese di gennaio che ormai volge al termine, non è stato solo il fermo dello stabilimento Eni Versalis di contrada Tabuna a Ragusa chiuso il dicembre, ma soprattutto l’assordante silenzio istituzionale sul futuro dello stabilimento chimico attivo, nelle sue diversificate e successive produzioni, da oltre sessant’anni, nucleo e fulcro di un auspicato (ma forse mai decollato) sviluppo industriale ibleo. In questo desolato panorama giunge ora una proposta reale e concreta che non a caso recita “trasformare un problema in opportunità”. A lanciarla è il circolo ‘Il Carrubo’ di Legambiente Ragusa, presieduto da Angelo Rinollo. Scrive dunque l’associazione ambientalista.
“La chiusura dell’impianto Versalis di Ragusa, che produceva polietilene, ha innescato una serie di ipotesi di riconversione per permettere il mantenimento dell’occupazione diretta e quella dell’indotto, che però rimangono nel vago. Così come vaghe sono le promesse dell’ENI sul futuro dell’impianto. Si è parlato di centri di ricerca per il riciclo meccanico o produzione di oli vegetali, ma si tratta sempre di ipotesi di lavoro, senza niente di certo. Invece si potrebbero sfruttare le competenze di Versalis, proprietario di Novamont da fine 2023, nel campo delle bioplastiche. Novamont è leader mondiale nel campo delle bioplastiche e bioprodotti con Mater-Bi, oltre ad aver fondato, insieme a Coldiretti e ai Consorzi agrari d’Italia, Mater-Agro: una società che intende promuovere un nuovo modello di innovazione partecipata tra agricoltura e industria, aiutando gli agricoltori a mantenere buone rese di coltivazione, attraverso l’utilizzo di bioprodotti e biomateriali biodegradabili a basso impatto.
Questa è proprio la soluzione che si sta cercando di introdurre nella serricoltura iblea flagellata dal fenomeno delle fumarole. Da anni Legambiente propone di sostituire clips e filo in plastica utilizzati nelle serre, e responsabili dei fumi tossici derivanti dalla combustione dei residui vegetali,con fili e clips in materiale biodegradabile. Finalmente la Regione si è resa disponibile a finanziare con il PSR l’introduzione di materiali biodegradabili nella coltivazione degli ortaggi. Si attende solo la prossima riunione del comitato di sorveglianza del PSR. Oggi le clips biodegradabili sono sul mercato ma vengono prodotte nei Paesi Bassi utilizzando il Mater-Bi di Novamont. Perché invece non produrle a Ragusa affiancando lo stabilimento di contrada Tabuna agli impianti Novamont già presenti in Italia e in Europa? La riconversione del sistema di produzione serricolo verso il settore green è non solo necessario ma conveniente e l’impianto di Ragusa ne può essere uno dei pilastri”. (da.di.)