Ragusa – Per il mondo antico, erano causa di tutto, dei immortali che si divertivano a dare le carte nel gioco della commedia umana. Tornano in scena direttamente dal caposaldo della letteratura greca e occidentale, tuffandosi in un bignamino costruito ad arte in “Iliade, il gioco degli dei”, con protagonista Alessio Boni, ma invero corale, che strizza l’occhio a storie che gettano ponti da “qui” all’eternità. Venerdì 14 febbraio un nuovo appuntamento con la stagione teatrale del Duemila di Ragusa firmata dall’associazione culturale C&M con la direzione artistica di Carlo Nobile. L’appuntamento al via dalle 21, botteghino in via Roma 168 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 (cellulare 333.5705353).
A firmare drammaturgia, testo e regia è il gruppo formato da Roberto Aldorasi, Alessio Boni e Marcello Prayer; la produzione, imponente, è a cura di Nuovo Teatro con Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo, Fondazione Teatro della Toscana e Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia.
Sul palco diventato spiaggia spiccano un braciere/falò, un cerchio rosso sul fondale e due aperture-terrazza dalle quali irrompono gli attori che vestono abiti moderni e le loro macchine teatrali, queste ultime cifra notevole dello spettacolo: molti passi che evocano le celebri vicende narrate da Omero catapultano in una sorta di Opera dei pupi, grazie a creature e oggetti di scena (armature, scudi scolpiti, pupazzi e mascheroni) realizzati da Alberto Favretto, Marta Montevecchi e Raquel Silva.
Efficaci ombre e luci disegnate in scena da Davide Scognamiglio e l’accompagnamento musicale (di Francesco Forni), che contribuisce a riportare ai toni della tragedia passi che sono tradotti in siparietti di sicura attrazione. Un’operazione di travaso dell’Iliade in contenitori da asporto, quella capitanata da Alessio Boni. Si procede giocoforza per frammenti scelti, quadri meno narrati ma appesi in una galleria con gusto contemporaneo e invero giocoso. Nello spettatore riaffiorano memorie scolastiche, o di successive riletture dell’opera attribuita a Omero, che devono fare i conti con gli effetti della riduzione e si ha a che fare con l’ira di Achille, con la guerra di Troia e altri momenti ancora. L’apporto drammaturgico delle macchine teatrali, quasi sempre in scena e manovrate con maestria dagli attori, è considerevole. Si annuncia, insomma, uno spettacolo dai toni epici e che, al contempo, consente a chi assisterà di calarsi in un’atmosfera imperdibile per rivivere i fasti di una epopea che ha segnato l’immaginario collettivo di generazioni e generazioni.