L’Etna con la sua saggezza millenaria fa “scoppiare” il caos aerei sui cieli della Sicilia e fa emergere l’inadeguatezza nella gestione delle emergenze, che in realtà emergenze non sono, visto che le “fumate” del vulcano, oltre a essere costanti, devono poter essere prevedibili anche nella loro gestione. Le testimonianze degli enormi disagi ai passeggeri che giungono in questi giorni al Comitato a Difesa e Sviluppo dell’aeroporto degli iblei ci fanno sinceramente preoccupare.
“Una tragedia! -commenta una passeggera in volo da Roma nella giornata di domenica – ci hanno fatto aspettare un sacco a Roma, poi ci hanno detto che avremmo atterrato a Comiso ma in volo ci hanno avvisato che saremmo atterrate a Palermo. Da lì caos e ressa negli autobus”.
Ecco che – come a sentire il disagio di un intero territorio – ci pensa l’Etna a protestare per far emergere la fragilità di un sistema aeroportuale che soffre la mancanza di un piano alternativo. La posizione dell’Aeroporto di Catania da sempre è una posizione geografica molto vulnerabile e Comiso se fosse messa davvero a organico dalla SAC e sempre operativo potrebbe essere l’aeroporto che dà il suo grande contributo. Ma la domanda che ci si fa sempre più spesso è questa: sono stati investiti milioni sugli aeroporti e molti ne saranno messi a disposizione per garantire la “continuità territoriale”.
Ecco: chi pensa ai disagi dei passeggeri turisti, cittadini e persone che viaggiano per cure necessarie? Chi ripaga i danni economici che vengono causati alle tante attività commerciali coinvolte nella gestione dell’aeroporto: taxi ed Ncc, alberghi strutture extra ricettive ristoranti guide turistiche? La situazione è veramente drammatica. E le risposte, lo suggerisce l’Etna in questi giorni, devono essere immediate, risolutive e urgenti.