Ragusa – Si è andata facendo piuttosto accesa la polemica politica tra il capogruppo consiliare del PD di Ragusa Peppe Calabrese e l’assessore comunale al Bilancio Giovanni Iacono. Polemica che riguarda l’applicazione delle aliquote IMU decisa dall’amministrazione Cassì. Si tratta di una una norma del 2019, prorogata di anno in anno da tutti i governi nazionali, che prevede un adeguamento delle aliquote IMU. Calabrese in consiglio e in una nota stampa aveva obiettato duramente che “tale decisione favorirebbe e banche e le cliniche private che vedranno ridotte le proprie aliquote IMU, mentre le utenze domestiche subiranno un adeguamento delle pertinenze allo stesso valore degli immobili, con un conseguente aumento della spesa per i cittadini.
Da questa operazione deriverà uno squilibrio di circa 70 mila euro: somme che saranno risparmiate da cliniche e banche, ma che saranno sborsate dai cittadini”. Naturalmente non si è fatta attendere la replica dell’assessore Iacono. Il quale, come per sua abitudine, ha puntualmente ripercorso la storia della norma che adegua le aliquote IMU dal 2019 ad ora passando via via trasversalmente per governi nazionali di vario colore. Poi Giovanni Iacono spiega l’intendimento dell’amministrazione “nella fattispecie, dovendo obbligatoriamente accorpare la categoria D ad un’unica aliquota, l’amministrazione comunale si è trovata davanti alla scelta o aumentare tutta la categoria D che oggi paga 0,92 % e che comprende Alberghi, pensioni, opifici fabbricati e locali per esercizi sportivi, attività commerciali, alla aliquota 1,06 % delle categorie D4 e D5 o riportare queste ultime allo 0,92 %.
Dovendo ottemperare alla normativa, abbiamo optato per l’aliquota più bassa al fine di evitare che la stragrande maggioranza dei soggetti subiscano un notevole aumento passando da 0,92 % a 1,06 %; allo stesso modo, al fine di evitare che la normativa diventasse un salasso a carico dei contribuenti, essendo obbligati ad avere UNICA ALIQUOTA e riportare le aliquote delle pertinenze in categoria C, attuale 0,86 %, all’aliquota dell’abitazione da cui dipendono, attuale 1,0 %, abbiamo abbassato l’aliquota dell’abitazione da cui dipendono le pertinenze allo 0,96 % equilibrando l’aumento da una parte con la diminuzione dall’altra.
Non solo, se il Consiglio Comunale non avesse approvato l’atto entro il 28 febbraio 2025, sarebbero scattate le aliquote alte ad esempio per la categoria C, penalizzando gran parte dei Cittadini Ragusani.
Altro che favorire ‘poteri forti’ o ‘governo di destra’ o ‘dare ai ricchi per togliere ai poveri’, siamo riusciti a neutralizzare l’iniquità della Legge del 2019 e abbiamo ottenuto come scrive, testualmente, il dirigente nella Deliberazione del Consiglio “un risultato neutro sia per il Comune che per i contribuenti… un carico fiscale inalterato rispetto allo scorso anno”. Spiegazioni e chiarimenti che non hanno soddisfatto il capogruppo dem Calabrese. Che controreplica ed insiste
“L’assessore Iacono ha perso un’occasione per tacere, dimostrando la sua vicinanza alle idee della Meloni e della destra”.
Calabrese contesta la scelta dell’amministrazione perché, spiega, “agevola fiscalmente banche e cliniche private con una riduzione delle tasse calcolabile complessivamente in 70mila euro, a discapito dei cittadini, perché a pagare saranno i comuni mortali che non possono aumentarsi lo stipendio del 100%. Denunciamo con forza questa politica di destra che favorisce il profitto a scapito del bene comune – dichiara ancora l’esponente del PD – e per noi la norma applicata è una schifezza, così come l’incapacità dell’amministrazione a indignarsi davanti a questa ingiustizia e di trovare soluzioni per far pagare di più chi lucra e ha i miliardi e meno i cittadini”.
Calabrese ribadisce la contrarietà del PD “a sostenere banche e cliniche private, piuttosto bisogna investire nella sanità pubblica a difesa del cittadino. Siamo per una politica che metta al centro i bisogni delle persone, non gli interessi delle lobby”, conclude. Insomma una polemica arroventata, come tante altre precedenti, ultima prima dell’attuale quella sull’ aumento delle tariffe per l’espurgo delle fosse biologiche nelle contrade rurali, tra due esponenti pubblici di primo piano deĺlla città, sicuramentei incompatibili personalmente prima ancora che politicamente. (da. di.)