Ragusa – E’ partito ufficialmente lo scorso 12 febbraio, con la deposizione, alla Suprema Corte di Cassazione di Roma, l’iter della proposta di legge di iniziativa popolare “Guglielmo Minervini–Quote generazionali nelle istituzioni”. Compito del comitato promotore, in questa fase, è la raccolta delle 50.000 firme che dovrebbe arrivare in tempi rapidi, con l’obiettivo di sottoporre la proposta di legge nel più breve tempo possibile al Parlamento, al fine di creare una legislazione che risponda alle esigenze delle future generazioni.
A darne comunicazione è il consigliere comunale di Ragusa, Federico Bennardo, il quale sottolinea che “negli ultimi anni, purtroppo, il distacco tra i giovani e la politica è diventato un fenomeno sempre più evidente. Le difficoltà nel percepire un reale cambiamento attraverso il voto, la mancanza di rappresentanza delle loro istanze e una generale sfiducia verso le istituzioni hanno generato un senso di apatia e disinteresse”.
“Questo disincanto – continua Bennardo – ha portato molte persone, soprattutto tra i più giovani, a sentirsi esclusi dal dibattito pubblico e dalle decisioni che influiscono sulla loro vita quotidiana. La proposta di legge di iniziativa popolare “Guglielmo Minervini – Quote generazionali nelle istituzioni” mira proprio a incentivare una maggiore partecipazione dei giovani alla politica attraverso una serie di misure concrete come, per esempio, l’introduzione delle quote minime di rappresentanza per le più giovani generazioni, assicurando loro un adeguato spazio di partecipazione nei luoghi decisionali e che le politiche pubbliche rispondano in modo più equilibrato e inclusivo alle esigenze di tutte le fasce di età.
Obiettivo il superamento in questo modo del divario intergenerazionale che ancora oggi limita l’accesso dei giovani alle opportunità di crescita professionale e sociale, incentivando un dialogo costruttivo tra le varie generazioni”. Il comitato promotore è guidato dall'”Associazione Guglielmo Minervini”, e ne fanno parte giovani, attivisti e amministratori, tra cui Federico Bennardo che già in Sicilia si era occupato del tema proponendo una riforma analoga in Assemblea regionale siciliana.