Ragusa – I dati Istat del IV trimestre 2024 confermano, anche per la provincia di Ragusa, la crescita dell’occupazione (+0,5% in un anno), con un aumento del lavoro stabile (+1,8%) e un ulteriore calo dei contratti a termine (-9%). L’area iblea, rispetto al resto delle province siciliane, registra un incremento medio che la fa inserire in terza posizione su nove posti, anche se, a dirla tutta, i tassi di occupazione restano inferiori alla media nazionale. “Una performance che può definirsi interessante sotto alcuni aspetti, ma non positiva in assoluto – sottolinea il segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Giovanni Migliore – anche perché ci sono delle voci che occorre analizzare più nel dettaglio. Infatti, è vero che, pur in presenza di una diminuzione del numero dei disoccupati (-3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), preoccupa, dopo anni di calo, la risalita degli inattivi (+2,5%), con un aumento più forte tra le donne e i giovani, pur se con segnali di riduzione nell’ultima parte dell’anno.
E ciò avviene mentre, anche sul nostro territorio, le aziende continuano a denunciare forti difficoltà nel reperimento di personale a tutti i livelli. In definitiva, dunque, possiamo dire che il mercato del lavoro mostra, pure per l’area iblea, segnali positivi, ma l’aumento di dinamiche specifiche va a riflettere criticità in alcuni settori”. Per il segretario Migliore, poi, è prioritario “affrontare le cause dell’inattività, investendo nell’orientamento e formazione professionale, rendendo più mirati gli incentivi e rilanciando l’apprendistato, rafforzando i servizi per l’impiego e migliorando le misure di conciliazione vita-lavoro”.
Altri aspetti che il segretario Migliore mette in rilievo per l’area iblea sono quelli che hanno a che vedere con il lavoro femminile. “Ancora oggi, purtroppo – aggiunge il segretario dell’Ust Rg Sr – si valuta il lavoro delle donne meno di quello degli uomini. Questo perché hanno contratti precari e spesso fanno part time involontario.
Eppure, come ha spiegato anche la nostra segretaria nazionale Daniela Fumarola, il lavoro femminile è una risorsa perché più donne che lavorano vuol dire per il nostro Paese più crescita. Ma non ci sono dubbi sul fatto che, affinché ciò accada, serve più occupazione stabile, più welfare, più parità salariale, anche con una legge sulla trasparenza retributiva per mettere in evidenza le disparità, un grandissimo piano per gli asili nidi, incentivi per il lavoro femminile e più donne nei luoghi di comando. E non dimentichiamo l’aspetto della partecipazione dei lavoratori alla governance aziendale. E’ una proposta avanzata dal nostro sindacato che può essere uno strumento concreto per attivare appunto le politiche d’inclusione finalizzate a contrastare le discriminazioni e per valorizzare le donne nel mercato del lavoro”.