Palermo – I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, nell’ambito dei controlli svolti quotidianamente nell’area metropolitana del capoluogo siciliano, per la prevenzione e la repressione dei traffici illeciti, hanno tratto in arresto due soggetti palermitani e sequestrato una piantagione di cannabis indoor di 250 piante.
In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, anche in considerazione del sempre più preoccupante e crescente consumo di droghe soprattutto tra i giovanissimi, hanno intensificato l’attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti.
In tale contesto, a seguito di attività informativa sviluppata nell’ambito del controllo economico del territorio dell’intera provincia palermitana, i Finanzieri hanno individuato una villetta isolata nelle campagne di Carini con annesso un grande fabbricato.
Tuttavia l’immobile, edificato in una strada a senso unico piuttosto impervia, non consentiva le necessarie attività di osservazione e controllo. È stato così opportuno e fondamentale, al fine di osservare e monitorare per qualche giorno ciò che accadeva nell’edificio, l’utilizzo di droni muniti di telecamere con i quali sono stati effettuati numerosi e rapidi sorvoli in tutta l’area con registrazioni video.
L’attenta analisi delle immagini così acquisite, consentiva di notare come, nonostante la villetta sembrasse disabitata, fossero invece presenti due impianti di condizionamento sempre in funzione, che servivano il locale di pertinenza. Pertanto, l’accertato impiego di condizionatori in un fabbricato non utilizzato confermava l’ipotesi investigativa circa l’esistenza di un sistema necessario al mantenimento di piantagioni di cannabis che hanno bisogno di una temperatura costante.
L’attività investigativa è proseguita con la ricerca degli utilizzatori dell’immobile e del proprietario.
Le risposte più significative, come ormai accade sempre più spesso, sono state ottenute dalla consultazione di alcuni profili social, grazie ai quali è stato possibile accertare come la villetta fosse nella disponibilità di un soggetto diverso dal reale proprietario, circostanza poi confermata il giorno dell’intervento.
Visti gli elementi acquisiti, i finanzieri procedevano a effettuare una perquisizione dell’immobile constatando come, in realtà, all’interno ci vivesse una persona con reali funzioni di custode e gestore.
Grazie al fiuto dell’unità cinofila, il pastore tedesco Mindy, in un mobile della cucina del fabbricato principale è stato rinvenuto, all’interno di alcune buste, un chilogrammo di marijuana già essiccata e pronta alla vendita.
Nell’edificio adiacente, dove erano stati notati i condizionatori accesi, è stata scoperta una ingente piantagione indoor composta da 250 piante di cannabis in vasi dell’altezza di circa 1,60 m ciascuna, mantenute nelle condizioni ottimali di temperatura e cresciute grazie alla predisposizione di un avanzato impianto di areazione, illuminazione e deumidificazione dell’ambiente. Difatti, era stato creato un apposito impianto di illuminazione con lampade alogene, con una potenza di impiego stimata in 50 kw allacciato alla rete elettrica in maniera totalmente abusiva, creando un ammanco, stimato in base alla crescita delle piante e calcolato dai tecnici dell’Enel fatti intervenire sul posto, in circa 30.000 euro.
Il custode della piantagione è stato tratto in arresto in flagranza di reato, posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e tradotto presso la Casa Circondariale Pagliarelli. L’intero immobile è stato sottoposto a sequestro preventivo e la piantagione estirpata per le successive analisi e distruzione.
Dagli elementi acquisiti nel corso dell’attività investigativa espletata prima e durante l’intervento, sono emersi chiari indizi di colpevolezza anche a carico di un secondo soggetto. Dall’analisi delle banche dati in uso al Corpo, nonché da quanto pubblicato sui social network dagli indagati, era infatti evidente come vi fosse un ulteriore soggetto, corresponsabile insieme al presunto custode; entrambi avevano pubblicato numerose foto e video che li ritraevano all’interno dell’immobile.
Non sussistendo la flagranza di reato, si è proceduto a denunciare a piede libero il secondo soggetto e ad avanzare al Pubblico Ministero proposta di emissione di apposita misura cautelare sulla scorta degli accertamenti effettuati. Il G.I.P., su richiesta del P.M., valutati gli elementi investigativi, ha quindi emesso un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del secondo responsabile.
Il peso totale delle 250 piante di cannabis è di circa 75 kg che una volta essiccate avrebbero reso circa 25 kg di marijuana, che al prezzo di mercato attuale avrebbe fruttato ai due sodali almeno 200.000 euro.
Si evidenzia che i provvedimenti cautelari in argomento sono stati adottati sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare; pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.