Chiaramonte Gulfi – Una grande emozione è tornata a rinnovarsi. Per fare emergere l’affetto profondo e la devozione che i chiaramontani nutrono per la propria Regina e Patrona. Quella di ieri è stata la giornata in cui un intero territorio ha manifestato nel profondo, al di là degli aspetti prettamente religiosi, la propria identità. Anche stavolta tutti di corsa a ringraziare Maria Santissima di Gulfi. Un modo unico di esprimere un attaccamento che dura da secoli e che, ogni anno, si rinnova con trepidazione. Quella di ieri è stata la 381esima Salita. Dal santuario di Gulfi sino ad arrivare in piazza Duomo, fedeli a migliaia.
Una lunga teoria di devoti ha animato, senza soluzione di continuità, un percorso lungo quattro chilometri. E’ la corporeità della fede. Che si traduce nel celebrato atto della “salita”, l’“accianata” per dirla in dialetto. Ma è, soprattutto, la passione di un popolo, quello che si riconosce nella propria Madre. La festa più attesa del centro montano non ha tradito le attese. Il tutto nel contesto di una giornata che, seppur a tratti plumbea, è stata comunque favorita dalle condizioni meteo. Dopo la concelebrazione presieduta dal rettore, don Graziano Martorana, è stato dato il via, alle dieci in punto, al momento più coinvolgente. Lungo i tornanti della strada provinciale n.7, che collega il santuario a piazza Duomo, i portatori a fare da battistrada, preceduti dai componenti della banda musicale ad intonare l’immancabile “N. 11”, la processione si è mossa, come sempre, con una velocità che non conosce paragoni rispetto ad altre manifestazioni religiose analoghe presenti nel circondario diocesano.
Tutti si sono dati da fare grazie all’utilizzo delle apposite corde. Dagli uomini di Chiesa ai rappresentanti delle forze dell’ordine, dalla gente più semplice a studiosi di fama e imprenditori affermati. Non c’è stata distinzione. Tutti accomunati dal grido “Viva Maria”. Alternando tratti di corsa ad altri con passo comunque spedito, il simulacro, come succede sempre, ha raggiunto piazza Duomo nel giro di un’ora, alle undici in punto. Qui, poi, un altro momento suggestivo, un minuto di raccoglimento in memoria del pontefice scomparso nei giorni scorsi, Papa Francesco. E, a seguire, il rito delle entrate e delle uscite del simulacro dalla navata centrale dell’edificio di culto. Quindi la santa messa presieduta da padre Francesco Mallemi. Nel primo pomeriggio, un tempo incerto ha fatto da cornice al tradizionale “cuncursu” lungo le vie principali della cittadina montana. Inoltre, la piccola statua di San Vito, patrono di Chiaramonte Gulfi, è stata portata in chiesa Madre. Così come quella di San Giovanni Battista, protettore della cittadina, anche questa in chiesa Madre. Dove, in serata, si è tenuta la celebrazione eucaristica presieduta dal predicatore, padre Francesco Narcisi da Messina dell’Ordine dei predicatori.
Oggi, intanto, prende il via il solenne novenario con la giornata dedicata ai trappitari. La messa delle 11 sarà presieduta da don Fabio Stracquadaini, arciprete-parroco della chiesa Madre di Comiso. Alle 19 la santa messa, a conclusione degustazione a cura dei “Trappitari”. Martedì la giornata dei mugnai e panificatori e la giornata sacerdotale. Dopo la messa delle 9, quella delle 11 sarà una concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Ragusa, mons. Giuseppe La Placa. Sarà concelebrata dai sacerdoti della diocesi di Ragusa in occasione del 75esimo anniversario dell’istituzione della stessa diocesi. Alle 19 la celebrazione eucaristica con il predicatore e, a conclusione, la degustazione del pane offerto da mugnai e panificatori.