ROMA – Il centro di Roma avrà un nuovo ponte, costruito a tempo di record da centinaia di volontari, bambini e studenti, giovani e meno giovani. Si tratta del Ponte Farnese, un’opera che ripercorre il progetto incompiuto di Michelangelo Buonarroti in una chiave talmente ecosostenibile da poter fluttuare nell’aria. Il ponte, lungo 18 metri, interamente fatto di cartone e tenuto in sospensione da tre grandi palloni aerostatici, è frutto del genio dell’artista francese Olivier Grossetete su iniziativa dell’Ambasciata di Francia insieme all’Institut Francais Italia, con il sostegno del gruppo Webuild e in collaborazione con Villa Farnesina-Accademia dei Lincei.Il Ponte Farnese, che viene realizzato con un progetto dal nome artistico di ’’Ponte fra le Epoche’’, sarà inaugurato la sera del 13 luglio, con il sollevamento dell’opera nel tratto di Tevere vicino a Ponte Sisto, e rimarrà sospeso a un’altezza di 18 metri fino al 18 luglio, per poi essere disinstallato, e grazie al cartone utilizzato per la costruzione, interamente riciclato.
La costruzione è stata realizzata in una sorta di cantiere ’’volante’’ con laboratori e workshop aperti a persone di tutte le età, con le linee guida dell’artista francese e in presenza della sua squadra. Grossetète non è nuovo a questo tipo di architetture temporanee: opere simili sono state installate in Francia, Spagna, Cina o Russia.Per il Ponte Farnese, Grossetete si è ispirato al progetto che nel XVI secolo venne commissionato a Michelangelo da Papa Paolo III con l’intento di creare un collegamento tra Palazzo Farnese e i giardini che la famiglia possedeva sull’altra sponda del Tevere, dove oggi sorge Villa Farnesina, sede dell’Accademia dei Lincei. Abbandonato alla morte di Papa Paolo III, il progetto rivive oggi con una modalita artistica basata sul principio della partecipazione collettiva, riprendendo i tratti del progetto di Michelangelo di cui l’unico segno esistente è l’arco dei Farnese di via Giulia.
Il Gruppo Webuild, che ha costruito 1.000 km di ponti nel mondo, sostiene quest’iniziativa come simbolo di speranza per la ripresa post Covid, traendo ispirazione dalla storia del Rinascimento quando Roma è tornata a vivere momenti di splendore artistico e architettonico, grazie a clienti illuminati, proprio come Papa Giulio II o Papa Paolo III Farnese, che hanno immaginato opere straordinarie. La loro eredità ha attraversato i secoli e ci è arrivata intatta, ricordandoci che anche oggi le grandi infrastrutture e opere dell’ingegno possono rappresentare la leva per la ripresa a livello globale.