ROMA – Per la prima volta da inizio luglio, i nuovi casi positivi al Coronavirus in Italia, su base settimanale, sono in diminuzione. Dopo l’aumento dei casi dovuto alla diffusione rapidissima della variante Delta, ormai predominante, la curva del contagio ha iniziato la sua discesa. Non è detto che la diminuzione sarà costante o che il numero dei positivi non torni ad aumentare, ma il trend sembra invertito e discendente. Al momento, la media giornaliera degli ultimi sette giorni è di circa 6.200 nuovi positivi. In quella che si spera sarà una mini-ondata, grazie all’apporto delle vaccinazioni, i ricoveri stanno aumentando sensibilmente, ma a un ritmo blando e mantenendosi sotto le soglie di allerta fissate dal ministero della Salute per i tassi di occupazione dei reparti, al 30% per le terapie intensive e al 40% per le aree mediche ordinarie.
Secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di Sanità, la maggior parte dei casi notificati negli ultimi 30 giorni in Italia sono stati diagnosticati in persone non vaccinate. In quelle completamente vaccinate, invece, si osserva una forte riduzione del rischio di diagnosi (83%), ospedalizzazione (95%), ricoveri in terapia intensiva e decessi (97%) rispetto a quelle non vaccinate. Secondo Agenas, il tasso di occupazione delle terapie intensive è salito al 5% rispetto al 4% di una settimana fa, mentre quello dei reparti ordinari è salito al 7% rispetto al 6% di una settimana fa. Nessuna regione ha superato le soglie per il passaggio dalla zona bianca a quella gialla, anche se Sicilia e Sardegna ci sono andate molto vicine: secondo l’ultimo monitoraggio dell’Iss, Sicilia e Sardegna si sono fermate entrambe al 9,2% di occupazione delle terapie intensive, appena sotto la soglia del 10%, mentre la Sicilia ha superato la soglia del tasso di occupazione dei reparti ordinari (16,5% sulla soglia del 15%).
Il passaggio in zona gialla potrebbe essere solo stato rinviato, vista anche l’alta incidenza dei nuovi contagi settimanali su 100mila abitanti, per entrambe sopra 155, al di sopra della soglia fissata di 50. In totale sono 18 le Regioni che vengono classificate a rischio ’’moderato’’, mentre le restanti tre sono classificate a rischio ’’basso’’. L’Italia ancora tutta in bianco, dunque. Ieri, sono stati registrati 7.470 nuovi casi a fronte di 45 decessi. Per quanto riguarda le fasce d’età in cui ci si contagia, secondo l’Istituto superiore di sanità, nell’ultima settimana, si è registrato un rallentamento della crescita dei casi nella fascia 10-29 anni, mentre hanno continuato a crescere in tutte le fasce di età sopra i 40 anni (ma i dati non sono ancora consolidati).
In particolare, l’incidenza nella fascia 50-59 ha superato i 50 nuovi casi ogni 100mila abitanti per la prima volta da inizio maggio. La maggioranza dei casi Covid nelle fasce più giovani, da inizio epidemia sono stati registrati nella fascia 14-19 anni con 291.860 casi, poi la fascia 11-13 con 124.857 casi; 6-10 anni con 161.40, 3.5 anni con 68.836 casi Covid e infine sotto i tre anni con 54.022 casi. (ITALRPESS).