ROMA – ’’La mia candidatura non poteva essere verticistica, la mia è una candidatura diversa, di rottura, che mira a sensibilizzare ulteriormente sul tema della giustizia. La possibilità è una sola: rivolgersi direttamente ai veri titolari della politica, ovvero i cittadini’’. Così Luca Palamara, candidato alle suppletive del collegio di Primavalle a Roma, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’Agenzia Italpress. Palamara ha spiegato come il suo impegno nasce dalla grande attenzione che ha riscontrato nell’opinione pubblica: ’’A seguito di numerose presentazioni del libro, mi è capitato di vedere militanti attivi chiedere di continuare questo mio impegno nel raccontare una verità sul tema della giustizia, rispetto al quale c’è un grande interesse nel Paese. Ho avuto la possibilità di cimentarmi con i problemi del territorio e quello che mi colpisce è la voglia di avere una persona che sappia essere un riferimento e comprendere le necessità dei cittadini. C’è volontà di avere qualcuno che dia delle risposte.
La mia candidatura – ha proseguito – vuole porre a livello nazionale il tema della giustizia, ma sono un cittadino di Roma e mi vanto di conoscere i problemi della mia città e delle periferie, sto creando un rapporto di empatia con i cittadini, ho vissuto nel palazzo per più di vent’anni e uscire dal palazzo e andare per strada mi esalta, mi fa comprendere e mi fa capire molti aspetti della vita’’. Tornando sul tema della magistratura Palamara ha sottolineato come gli italiani non si accontentano più di una verità superficiale. ’’Per quanto si voglia cercare di silenziare la storia degli ultimi due anni in magistratura, io penso che siamo spettatori di un qualcosa che ogni giorno è in evoluzione. Ho sentito il dovere di raccontare perchè sentivo il dovere, per le cariche che ho rivestito, di raccontare come realmente erano andate le cose, è successo e quando è successo ho raccontato per gli altri e per metterlo a disposizione.
Il sistema cerca di rimettersi al suo posto perchè non può mai accettare che venga messo in discussione, cerca di difendersi – ha proseguito Palamara – ma ormai come tutte le vicende umane, le operazioni verità prima o poi vengono fuori e porranno temi e problemi che interessano non solo cittadini ma anche tanti magistrati’’, ha concluso.