"La crescita istituzionale dell’Europa ha accompagnato quella economica di tutti i paesi del continente: ha aperto un mercato piu’ ampio alle imprese e ai consumatori, ha reso disponibili maggiori fondi a sostegno delle aree svantaggiate, facilitato la cooperazione in campi strategici, garantito un quadro di stabilita’ monetaria.
Saremmo stati piu’ poveri senza l’Europa; lo diventeremmo se dovessimo farne un avversario". Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, punta tutto sull’importanza dell’Europa, nelle sue considerazioni finali. Per il governatore infatti "l’appartenenza all’Unione europea e’ fondamentale per tornare su un sentiero di sviluppo stabile: e’ il modo che abbiamo per rispondere alle sfide globali poste dall’integrazione dei mercati, dalla tecnologia, dai cambiamenti geopolitici, dai flussi migratori". Dopo un passaggio sulla situazione economica mondiale "’il fondo monetario internazionale prevede che la crescita globale si riduca quest’anno al 3,3%, il valore piu’ basso della contrazione del 2009.
L’indebolimento e’ diffuso, interessa aree che rappresentano oltre il 70% dell’economia mondiale le proiezioni prefigurano una ripresa dalla meta’ dell"anno, sostenuta dalle politiche economiche espansive nei principali paesi e dal conseguente miglioramento nei mercati finanziari", Visco ha affrontato la questione italiana,riconoscendo una difficolta’ del paese ad imboccare il sentiero dello crescita. "L’Italia ancora fatica a riprendersi dalla doppia recessione perche’ paga il prezzo di un contesto che e’ poco favorevole all’attivita’ imprenditoriale – spiega il governatore -, risente di un ritardo tecnologico grave, frutto di una struttura produttiva frammentata e sbilanciata verso aziende che trovano difficolta’ a crescere e a innovare.
Subisce il peso delle distorsioni prodotte dall’evasione fiscale e quello del debito pubblico, che rende piu’ costosi i finanziamenti per le famiglie, per le imprese e per le banche, oltre che per lo stesso Stato".