Ragusa – Che cosa è accaduto alle imprese della provincia di Ragusa dopo il lockdown? Quali sono i dati che è possibile prendere in esame a due settimane esatte dalla riapertura? E’ Confcommercio provinciale ad avere svolto una indagine per rendersi conto di quali sono i riscontri che hanno interessato i settori della ristorazione, dell’abbigliamento, del commercio e dei servizi. “Partiamo da un primo dato che merita di essere posto sotto attenzione – afferma il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – e cioè che dal 18 maggio ad avere rialzato la saracinesca è l’82% delle imprese. Dobbiamo, inoltre, considerare che, tra bar e ristoranti, 1 su 4 risulta essere ancora chiuso”.
L’indagine, poi, scende più nello specifico. “Con riferimento alle riaperture nei settori – continua Manenti – abbiamo potuto appurare che il 94% si è registrato nell’abbigliamento, l’86% in altre attività, nel commercio al dettaglio e nei servizi, il 73% dei ristoranti e bar ha deciso per la riapertura. Abbiamo poi voluto indagare, per comprendere l’entità degli aiuti ricevuti, quali sono state le misure di sostegno ottenute. E’ emerso che il 44% delle imprese ha ricevuto indennizzi tra cui il bonus di 600 euro ed altro mentre il 17% ha potuto contare sulla Cig in deroga. Poi, ci risulta che soltanto l’8% ha fatto ricorso ai prestiti garantiti dai provvedimenti del Governo nazionale”. La ricerca, quindi, si è concentrata a mettere in rilievo a quanto ammonta il crollo degli incassi.
“Abbiamo potuto evidenziare – sottolinea il presidente Manenti – che il 61% delle imprese ha fatto registrare un calo del fatturato dal 50% fino a oltre il 70%. Una situazione molto pesante, quindi, che, tra l’altro, rischia di determinare delle ricadute negative e cioè che il 28% di queste imprese sarà costretto a chiudere definitivamente. Insomma, una situazione molto critica per il tessuto sociale e imprenditoriale anche della nostra provincia. Ecco perché da settimane chiediamo maggiore liquidità per le imprese e misure sostanziali che consentano di garantire una riapertura coordinata e guidata, senza possibilità di tracollo. Solo così potremo salvare il maggior numero delle imprese tra quelle che hanno fatto sapere chiaro e tondo che, in questo modo, non ce la faranno ad andare avanti”.