Vittoria – Per ripartire, le microimprese di Vittoria hanno bisogno di interventi tempestivi e vigorosi. Le misure di contenimento del Covid hanno provocato ferite ampie e profonde nel corpo economico della città. Per rimettere in cammino le microimprese, c’è bisogno quindi di una condizione fatta di fiducia e collaborazione tra istituzioni e imprese, ma per fare questo serve chiarezza sin da subito. E’ quanto affermano il presidente comunale Cna Rocco Candiano e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio, in uno al presidente territoriale Cna Ragusa Giuseppe Santocono. “Per esempio – è spiegato – se prendiamo il settore delle Costruzioni, e in particolare quella parte del comparto che lavora molto con la Pubblica amministrazione, nell’ultimo periodo è stato penalizzato dalle nuove regole introdotte dal Decreto Semplificazioni (n.76/2020).
Questa norma prevede, per i lavori pubblici, l'affidamento diretto per servizi e forniture fino a 150mila euro e la procedura negoziata per i lavori superiori a 150mila euro. Cosa significa? Nel primo caso, cioè con l’affidamento diretto, la Stazione appaltante affida direttamente ad un’impresa, cioè senza gara, la fornitura di beni o servizi. Nel secondo caso, cioè la procedura negoziata, la Stazione appaltante consulta un numero limitato di operatori economici con cui negozia le condizioni dell’appalto che viene aggiudicato all’impresa che ha offerto le condizioni più vantaggiose in base al criterio di aggiudicazione scelto (minor prezzo, minor costo o miglior rapporto qualità/prezzo). Tutto questo avviene senza pubblicazione di bandi, ma con lettera d’invito per lavori che hanno importi che vanno dai 150 ai 350mila euro.
Sia nel primo che nel secondo caso, l’ente seleziona le attività da un elenco costituito e aggiornato dalla Stazione appaltante. E' evidente che se questo elenco non viene ciclicamente rinnovato saranno scelte o invitate sempre le solite imprese”. “Sicuramente – sottolinea ancora la Cna – la norma semplifica le procedure burocratiche, ma non essendoci un bando – perché l’appalto verrà concesso in modo diretto a un'impresa (affidamento diretto) o per lettera inviata a poche imprese (procedura negoziata) – si può dire che vengono meno alcuni principi di trasparenza? Tutto questo per lavori fino a 350 mila euro. La Cna ha già chiesto alla Commissione straordinaria il rinnovo dell’elenco delle imprese di fiducia del Comune perché molte attività registrate hanno cambiato ragione sociale oppure si sono cancellate dalla Camera di Commercio.
Quindi, attualmente, l’albo vede la presenza di pochissime attività. In questo caso verrebbe meno il criterio di rotazione degli inviti sia diretti che negoziati. Secondo la nostra organizzazione, è opportuno aggiornare direttamente oppure prevedere un nuovo bando che rinnovi complessivamente l’albo. Infine, si vuole sottolineare come il Decreto semplificazioni preveda troppa discrezionalità da parte degli enti appaltanti. Questo potrebbe causare una conseguente assenza di controlli e limitare la libera di concorrenza. Tutto ciò, oltre a vanificare la norma, rischierebbe di tenere lontane tante microimprese del settore interessate a lavorare con gli enti pubblici”.