Ragusa – “Sui punti vendita del settore fashion, almeno il 10% in provincia di Ragusa rischia di abbassare le serrande in via definitiva. Inutile dire che l’occupazione ne risentirà fortemente, con una perdita stimata di decine e decine di posti di lavoro. E, come se non bastasse, i fatturati delle imprese subiranno una flessione importante con un calo di centinaia di migliaia di euro di consumi solo per l’area iblea. E’ questa la botta di fine anno che arriva dalle restrizioni del decreto di Natale”. A scattare la fotografia di un comparto molto in sofferenza è Federmoda Italia con il presidente provinciale Daniele Russino. “La crisi – continua quest’ultimo – rallenta i consumi di moda anche in questi giorni che precedono il Natale, con un calo prevedibile a doppia cifra rispetto al 2019, anche a causa di una situazione di preoccupazione per le ulteriori misure restrittive del nuovo decreto di Natale.
Così perdiamo anche tutte le entrate della vigilia e quelle di fine anno; ancora più grave è la perdita dell’inizio dei saldi che rappresentano un fondamentale momento per dare liquidità alle nostre aziende senza avere utili. Se viene a mancare anche quella, possiamo solo chiudere. Il nostro settore è in ginocchio e va aiutato. I nostri imprenditori si sono impegnati al massimo per recuperare fatturati e ottimismo, con vetrine, luci, consigli e proposte capaci di soddisfare tutte le esigenze in ambienti assolutamente sicuri. Fiducia che sembrava arrivare anche con la conferma di una rinnovata tendenza dei consumatori verso acquisti nei negozi di prossimità. E se il governo ha introdotto il cash back, che non sembra ancora decollare, i nostri negozi provano a incrementare le vendite con qualche promozione mirata. Ma così non si resiste più”.
Il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, aggiunge: “Ripartire è la prima richiesta rivolta al governo nazionale. Ma per farlo occorre che le imprese siano accompagnate veramente con sostegni congrui alle effettive perdite perché altrimenti non saranno più recuperabili. Ai consumatori chiediamo poi scelte d’acquisto sempre più consapevoli e sostenibili e quindi sotto casa, nei negozi di fiducia. Solo così possiamo rischiare di superare quella che sembra una tempesta perfetta e che ha schiacciato le capacità imprenditoriali di un intero settore”.