Doveva arrivare a fine gennaio il contributo a fondo perduto per l’acquisto dei prodotti agroalimentari italiani, allarme Fipe Manenti (Confcommercio): Siamo a metà febbraio e ancora, purtroppo, non abbiamo visto niente.
“Continuiamo a lanciare allarmi, a incontrare i rappresentanti delle istituzioni, a confrontarci sulle difficoltà che gli imprenditori hanno ad andare avanti. E, però, stiamo dimenticando la cosa più importante: i fatti. Non ci sono. E, soprattutto, non sono conseguenti agli impegni assunti. E tutto ciò si traduce in un dramma non da poco per le nostre imprese”. E’ il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, ad evidenziarlo facendo riferimento alle richieste provenienti dalla Fipe che, dopo aver sollecitato a più riprese, tra l'altro proprio in occasione di San Valentino, la riapertura serale dei ristoranti nelle zone gialle e a pranzo nelle zone arancioni, lancia adesso l'allarme sul bonus ristorazione "fermo al palo".
“Le centinaia di imprenditori della ristorazione – sottolinea Manenti – che hanno chiesto il contributo a fondo perduto per l'acquisto dei prodotti agroalimentari italiani, a decine quelle presenti sul nostro territorio provinciale, non hanno ancora ricevuto quanto promesso dal governo. E questo nonostante siano passati due mesi dall'ultima data utile per la presentazione delle domande, fissata per il 15 dicembre scorso”. “Era stato garantito alla Fipe – continua Manenti – che entro la fine di gennaio sarebbe stato effettuato il pagamento dell'anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari. Siamo a metà febbraio e ancora i ristoratori non hanno visto un euro”. “Chiediamo – conclude la nota della Federazione dei pubblici esercizi – un intervento immediato da parte del neoministro dell'Agricoltura, Stefano Patuanelli: in ballo ci sono oltre 345 milioni di euro, fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19.
Non dimentichiamoci, inoltre, che il plafond complessivo raggiungeva i 600 milioni di euro. Queste risorse non possono essere perse, ma vanno immediatamente riallocate a sostegno della filiera agroalimentare”.