Imu e Tari, ecco come pagare meno. La legge prevede infatti alcune condizioni in cui gli importi sono dimezzabili o decurtabili anche per più della metà. Anche i regolamenti comunali possono contenere agevolazioni ed esenzioni ed è per questo motivo che va buttato un occhio alla legislazione italiana e uno alle prescrizioni municipali della città in cui si abita.
Seconde case inagibili o inutilizzabili
Le seconde case inutilizzate o inagibili rientrano in questa casistica: si può ottenere uno sconto del 50% sul pagamento dell’Imu. La norma prevede che il contribuente debba presentare la dichiarazione Imu entro il 30 giugno dell’anno successivo per fruire del beneficio. Ma può bastare anche solo una semplice autocertificazione. Lo rivela una sentenza della Cassazione, la numero 1263 del 21 gennaio ricorda laleggepertutti.it.
I giudici della Suprema Corte sostengono che regole già valide per l’Ici, lo sono anche per l’Imu. Dunque, così come, nel caso dell’Ici, la condizione di inagibilità o inutilizzabilità dell’immobile dovevano essere attestate con una perizia a carico del proprietario, ma si poteva anche presentare una dichiarazione sostitutiva, lo stesso si può fare per l’Imu. Nella dichiarazione sostitutiva si dovrà affermare che il fabbricato è inutilizzabile/inagibile. L’agevolazione è valida per tutto il periodo in cui permangono le condizioni di inagibilità o inutilizzabilità. Altra norma che valeva per l’Ici e che vale anche per l’Imu, sottolineano gli Ermellini in sentenza, è quella che prevedeva il proprietario dell’immobile inagibile/inutilizzabile avesse diritto a prescindere all’agevolazione anche senza aver presentato la richiesta di usufruirne. Questo, però, soltanto nel caso in cui il Comune sia già al corrente dello stato di inagibilità/inutilizzabilità dell’edificio.
Imu e Tari, Casa inutilizzabile? Un esempio
Un esempio di immobile inutilizzabile è quello messo all’asta, nell’ambito di una procedura di esecuzione immobiliare. Il pagamento è dovuto in ogni caso, per tutta la durata dell’esecuzione, finché un nuovo proprietario non si aggiudica la casa. Se si è proceduto al distacco delle utenze, per non pagare inutilmente le bollette, e dunque nell’abitazione non c’è né luce, né acqua, né gas, quell’immobile è inutilizzabile. Come tale, rientrerà tra quelli per i quali si può ottenere uno sconto del 50% sull’Imu.
Case in comodato gratuito
La riduzione del 50% della base imponibile, a fini Imu, riguarda anche gli appartamenti non di lusso (quindi diversi da quelli iscritti al catasto con categoria A/1, A/8 e A/9) in comodato gratuito a figli o a genitori che la usano come casa principale. Due condizioni: che il comodante sia proprietario di una sola casa e abbia la residenza nello stesso comune, oppure che il comodante possieda anche un altro immobile sempre nello stesso comune (sempre che non si tratti di casa di lusso).
Case di valore storico e artistico
L’agevolazione si applica anche ai fabbricati storici e artistici, ma deve essere presentata la dichiarazione Imu entro il 30 giugno dell’anno successivo. Ne possono beneficiare anche coloro che non risiedono in Italia ma hanno una pensione nello Stato di residenza e un immobile in Italia che non sia né stato affittato, né concesso in comodato d’uso. Questi ultimi hanno diritto non solo al dimezzamento dell’Imu ma anche a pagare solo un terzo della Tari, presentando le dichiarazioni Imu e Tari entro il 30 giugno dell’anno successivo.
Case disabitate e canone concordato
È inoltre prevista una riduzione del 75% dell’Imu per tutti gli immobili dove il contratto di locazione è a canone concordato, sempre presentando la dichiarazione Imu entro il 30 giugno dell’anno successivo. Quanto ai Comuni – da qui l’importanza di monitorarne i regolamenti – alcuni prevedono l’esenzione Tari non solo per le case inagibili o inabitabili, ma anche per quelle che il proprietario sceglie di non utilizzare, purché siano senza arredi.