La riforma dell’Irpef deve essere finalizzata alla riduzione della tassazione sui redditi da lavoro nell’accezione più ampia. Anche Confcommercio provinciale Ragusa fornisce un contributo alla proposta presentata alle commissioni Finanze di Camera e Senato. La riforma dell’Irpef deve essere finalizzata alla riduzione della tassazione sui redditi da lavoro nell’accezione più ampia, sia dipendente, sia autonomo, sia d’impresa, in particolare per i contribuenti con reddito basso e medio-basso, in modo da aumentare il tasso di occupazione, ridurre il lavoro sommerso e incentivare l’iniziativa privata. E’ questa la proposta su cui si è sintonizzata anche Confcommercio provinciale Ragusa a proposito delle audizioni che l’organizzazione di categoria sta conducendo in seno alle commissioni Finanze di Camera e Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altri aspetti del sistema tributario.
“Anche noi – afferma il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – stiamo cercando, nel nostro piccolo, di fornire il nostro contributo chiarendo che, così come è stato fatto da Confcommercio nazionale, l’attuale sistema fiscale italiano, originato dalla riforma degli inizi degli anni Settanta e più volte revisionato nel corso degli anni, ha finito per generare, nel tempo, un’alta pressione fiscale associata ad un sistema normativo farraginoso e complesso. Perché adesso si possa compiere quella revisione da tutti auspicata, occorre, secondo noi, eliminare, in primo luogo, le principali criticità dell’attuale impianto dell’Irpef attraverso il recupero della progressività dell’imposta; l’eliminazione dei fattori distorsivi dell’imposta che alterano la sua progressività e determinano l’attuale divario tra le aliquote nominali e le aliquote effettive; una maggiore trasparenza delle regole di determinazione dell’imposta”.
Per Confcommercio, però, c’è un altro aspetto ritenuto fondamentale. Quale? “La riduzione della pressione fiscale – prosegue Manenti – dovrà avvenire senza incremento delle imposte indirette, al fine di non comprimere i consumi, e senza fare ricorso ad imposte patrimoniali fuori contesto che finirebbero per deprimere la ripresa. Occorre, infine, giungere ad una generale semplificazione del sistema fiscale anche attraverso la sistematizzazione di tutto il quadro normativo in un “Codice tributario unico”. In estrema sintesi, è necessaria quella semplificazione del sistema fiscale di cui si parla da sempre e che non è però mai stata attuata, semplificazione in grado di favorire il dialogo – anche in forma digitale – tra Fisco e contribuenti”.