Andamenti altalenanti per la nostra economia nel settore dei servizi. Lo afferma Confcommercio provinciale Ragusa riportando i dati riguardanti le vendite al dettaglio che, nell’area iblea, ritrovano il segno meno, al pari di quanto accaduto nel resto d’Italia: per lo scorso mese di luglio, infatti, l’Istat ha stimato un calo dello 0,5% in valore e dello 0,9% in volume rispetto al mese precedente, a causa soprattutto dell’andamento dei beni non alimentari (-0,5% in valore e -0,9% in volume), mentre le vendite di alimentari sono invariate in valore e in lieve calo in volume (-0,2%). In confronto allo stesso mese del 2020, comunque, sempre per quanto riguarda la provincia di Ragusa, resta un aumento confortante: +6,4% in valore e +8,1% in volume, con forti progressi sia per i beni alimentari (+4,3% in valore e +4,5% in volume) sia per i non alimentari (+7,9% in valore e +11,8% in volume).
Gli aumenti maggiori riguardano abbigliamento e pellicceria (+12,4%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+10%), mentre gli incrementi più contenuti si hanno per utensileria per la casa e ferramenta (+1,2%) e dotazioni per l'informatica, telecomunicazioni, telefonia (+2,1%). Quello su base annua è un risultato, per l’Istat, “in parte attribuibile ai bassi livelli registrati a luglio dello scorso anno”. La crescita “è maggiore nelle imprese operanti su piccole superfici". Nel trimestre maggio-luglio, infine, le vendite aumentano dello 0,4% in valore e dello 0,2% in volume in termini congiunturali. “Si tratta di un rallentamento – commenta il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – che appare fisiologico e che quindi non desta alcuna preoccupazione sulle reali possibilità di crescita dell’economia locale anche nella seconda parte dell’anno in corso.
Piuttosto, il principale elemento d’incertezza sul futuro prossimo, a parte l’evoluzione della pandemia, resta l’intensità (e la durata) dell’inflazione”.