Ragusa – Lo spettro dell’inflazione rischia di abbattersi sui consumi natalizi. L’ufficio studi Confcommercio traduce in numeri le previsioni. In provincia di Ragusa potranno arrivare a perdersi 5,3 milioni nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi al 4 per cento. Lo spettro dell’inflazione continua a minacciare la ripresa dei consumi e più in generale la crescita economica del 2022. Ma un'altra conseguenza negativa di un’eventuale impennata dell’indice dei prezzi al consumo sarebbe l’impatto sugli acquisti del Natale che si sta avvicinando. L’ufficio studi di Confcommercio ha tradotto in numeri queste previsioni anche per la provincia di Ragusa, analizzando i possibili effetti di un rialzo dell’inflazione sui consumi delle famiglie nel quarto trimestre 2021.
Nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3%, si perderebbero circa 2,7 milioni di euro di consumi soltanto in provincia di Ragusa che potrebbero arrivare fino a 5,3 milioni nell’ipotesi di un’inflazione al 4%; in entrambi i casi, quasi i tre quarti della perdita deriverebbero da un’immediata riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile, il resto dall’erosione della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida; su questa riduzione dei consumi pesa, peraltro, anche l’aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell’energia che si è già trasferito sulle bollette di luce e gas. Per il 70% le perdite stimate sono dovute a immediate riduzioni di potere d’acquisto del reddito disponibile; per la restante parte al minore potere d’acquisto della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida e, quindi, non protetta dall’inflazione inattesa.
“E’ possibile ipotizzare – chiarisce il presidente Confcommercio provinciale Ragusa, Gianluca Manenti – una crescita della quota di spesa destinata a spese obbligate, in ragione dell’incremento dei prezzi dell’energia che si è già riflesso sulle bollette di luce e gas (nonostante i sostegni stanziati dal governo per neutralizzare, in parte, gli effetti di tali aumenti sui bilanci delle famiglie, in particolare di quelle più fragili sotto il profilo del reddito da lavoro). Inflazione e aumento delle spese obbligate potrebbero ridurre i consumi nei prossimi mesi, con il rischio di rallentare la crescita anche del nostro territorio. Occorre, dunque, utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr e iniziare a ridurre finalmente la pressione fiscale su famiglie e imprese, a partire dal costo del lavoro. Solo così si possono rilanciare investimenti e consumi”.