Roma, 27 mag. – “Torneremo a riaprire le nostre cantine, in tutta sicurezza”: in uno scenario senza precedenti che ci porta a riprogettare l'enoturismo, Movimento Turismo del Vino e Roberta Garibaldi, docente universitario e nel Board of Directors della World Food Travel Association, hanno presentato il protocollo internazionale 'Tranquillamente Enoturismo: linee guida e buone pratiche per un enoturismo Covid-Free' durante la conferenza stampa digitale a cui hanno preso parte il sottosegretario ai Beni e Attività Culturali e Turismo, Lorenza Bonaccorsi, Sebastiano De Corato, consigliere Unione italiana vini e vicepresidente Mtv Italia, e Catherine Lepamentier Douyot, Managing Director di Great Wine Capitals Global Network.
Il protocollo, rivolto alle cantine che promuovono l'enoturismo, è un manifesto di azione stilato da un gruppo di esperti internazionali di enogastronomia che lavorano per enti istituzionali, università e centri di ricerca, consorzi e associazioni di cantine per individuare soluzioni concrete alla nuova realtà dell'enoturismo applicabili a qualsiasi cantina o destinazione enoturistica. Sono tre i principali obiettivi da conseguire per rilanciare l'enoturismo: la valorizzazione del turismo del vino come asset rilevante e trasversale per le economie del territorio in cui operano le aziende vitivinicole, la comunicazione attraverso messaggi chiari che siano in grado di rispondere alle nuove aspettative dei turisti del vino e un elaborato piano di proposte e linee guida per le realtà collegate al gruppo di lavoro che muovono più di 30 milioni di visitatori da tutto il mondo.
"I dati già raccolti in questo periodo – ha affermato Roberta Garibaldi – dimostrano l'interesse dei turisti per la ripresa del settore. L'indagine condotta Confturismo-Confcommercio e Swg indica che dopo mesi di lockdown la priorità in vacanza sarà stare nella natura, all'aperto, attività indicata dal 40% degli italiani. Volgendo lo sguardo a livello internazionale, dallo studio di Matador Network emergono outdoor, cultura ed enogastronomia tra le attrazioni turistiche più desiderate. L'enoturismo che può abbinare lo stare all'aperto e nella natura con il tema cibo – ha spiegato – ha in mano davvero una carta vincente. Considerando poi che il principale target sarà il turismo interno, i dati del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano ci supportano ancora confermandoci l'interesse: gli italiani amano vivere esperienze enogastronomiche in Italia (il 92% dei loro viaggi enogastronomici è stato nel nostro Paese), e che il 64% dei viaggiatori vorrebbe conoscere maggiormente l'enogastronomia del territorio in cui vive".
"Crediamo che il turismo in cantina sarà la forma più sicura e responsabile di turismo – ha dichiarato Nicola D'Auria, presidente di Movimento turismo del vino – grazie agli ampi spazi, al chiuso e all'aria aperta, di cui dispongono le aziende vinicole: come presidente del Mtv Italia sento la responsabilità di operare per il rilancio del fascino dell'Italia partendo dalle basi del patrimonio e della reputazione e promuovendo i nostri territori, con prodotti nuovi, audaci e innovativi che possono tradurre l'orgoglio italiano in esperienze tangibili per i visitatori. La nostra Associazione intende favorire la collaborazione tra i settori vinicoli, alimentari e turistici, promuovendo le bellezze dell'Italia presso i principali mercati-target, sia nazionali sia internazionali e sostenendo lo sviluppo di un prodotto di turismo sostenibile. Insieme possiamo assicurarci che l'Italia prenda il suo legittimo ruolo/posto come una delle più grandi destinazioni enogastronomiche del mondo", ha proseguito. “Lavoreremo in sinergia tra istituzioni e operatori perchè l'enoturismo diventi un filone di sviluppo del fare turismo in Italia. Il turismo del vino è sostenibile, attento al territorio e non si lega alla stagionalità: un elemento importante per la distribuzione dei flussi turistici di cui dovremo tenere conto nei prossimi mesi”, ha assicurato Lorenza Bonaccorsi. Per Sebastiano De Corato, “ora più che mai serve unità: lavoreremo perchè tutte le regioni possano adeguarsi alla disciplina nazionale sull'enoturismo”. Catherine Lepamentier Douyot ha posto l'accento su “coinvolgimento, interazione, racconto emozionale: dopo l'esperienza del Coronavirus abbiamo bisogno di reinventare la nostra idea di enoturismo, in tutto il mondo”.
Il Protocollo internazionale 'Tranquillamente Enoturismo' si pone l'obiettivo di fare da guida alle cantine e agli attori dell'enoturismo per l'adeguamento delle strutture e dei servizi di accoglienza dando la priorità alla cura e alla salvaguardia della vita delle persone. Destinatari sono le cantine dedite all'accoglienza enoturistica e altre strutture turistiche con le medesime finalità. Il Protocollo dovrà essere armonizzato con norme e regolamenti elaborati a livello regionale e territoriale da ogni singola cantina e andrà a dettagliare una serie di indicazioni relative ai seguenti ambiti: le prenotazioni; l'accoglienza dei clienti, con disposizioni precise sulle modalità del loro ingresso; la gestione delle degustazioni, con raccomandazioni per la tutela dei visitatori e per chi eroga il servizio; l'organizzazione della visita guidata in cantina; la gestione del wine shop; l'uso degli spazi della cantina, sia al chiuso che all'aperto; la gestione dei collaboratori.
Il Comitato internazionale sull'enoturismo si è riunito, virtualmente, per la prima volta il 17 aprile, coordinato da Roberta Garibaldi e dalla spagnola Zaida Semprun, da allora ha organizzato un incontro virtuale a settimana organizzandosi in gruppi di lavoro specifici. L'iniziativa coinvolge un'ampia pluralità di profili con una vasta conoscenza dell'enoturismo provenienti da Argentina, Brasile, Cile, Spagna, Messico, Stati Uniti, Sud Africa e Francia e naturalmente l'Italia per quale sono presenti Roberta Garibaldi quale promotrice dell'iniziativa e Nicola D'Auria, presidente del Movimento turismo del vino, in rappresentanza delle oltre 800 cantine italiane iscritte all'associazione.
Nella prima fase di stesura del protocollo, infatti, Movimento turismo del vino ha svolto un'indagine preliminare tra le cantine associate, raccogliendo i dati di 262 aziende. L'87% delle cantine associate al Movimento turismo del vino dichiara di essere stato molto danneggiato dall'emergenza sanitaria: il comparto che ha subito i maggiori contraccolpi risulta essere quello della vendita e della distribuzione (91%) che, oltre all'assenza di clienti diretti in cantina, ha subito fortemente la chiusura di attività ristorative ed enoteche, fonti primarie di fatturato per quanto riguarda le vendite, soprattutto di vini di alta qualità. Segue a ruota il settore enoturistico che per l'84% risulta essere tra i più danneggiati.
Per quanto riguarda la vendita e la distribuzione, al momento dell'emergenza, esattamente la metà delle realtà coinvolte era già dotata di un servizio online, a dimostrazione che le cantine aperte al turismo sono anche tra le più dinamiche nell'innovazione. Rilevante il numero di realtà che ha deciso di dotarsi di questo servizio nel corso dell'emergenza: circa il 50% di quelle che non lo avevano attivato in precedenza. Sostanziale accordo sulla necessità di dotarsi di un sistema di vendita online in futuro, con il 70% delle cantine che ritengono importante o molto importante attivare questo servizio, consapevoli dell'effettiva necessità di dotarsi di strumenti per intensificare la propria presenza su un ulteriore canale di vendita, ampliare l'offerta e la visibilità della propria struttura. C'è un corale accordo sul fatto che l'enoturismo debba essere considerato un'attività strategica per la ripresa economica dopo l'attuale crisi. L'87% delle cantine, infatti, lo ritiene di grande importanza.