Eruzione Stromboli, geologi: veicolare i piani di emergenza alla popolazione e ai turisti. “L’esplosione del 3 luglio è un classico esempio di eruzione parossistica con rilascio di ceneri e lapilli ed alte colonne di gas e polveri superiori anche ai 2 chilometri”.
È il commento di Antonio Alba, consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi in merito alle due violenti esplosioni nel vulcano di Stromboli che, mercoledì pomeriggio, hanno provocato la morte di un escursionista. “Nonostante l’imprevedibilità dello Stromboli, la situazione sembrerebbe rientrata nella normalità, pur continuando l’attività eruttiva” spiega il geologo siciliano. “L’eruzione dello Stromboli può essere considerata straordinaria e imprevedibile” afferma Carlo Cassaniti del Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi.
“Abbiamo infatti avuto nel recente passato diversi episodi simili e nel 1930 si sono registrate anche vittime. Questo evento – prosegue – contribuirà ad arricchire la conoscenza degli scienziati che studiano e monitorano i vulcani siciliani al fine di capire se, nel prossimo futuro, sarà possibile individuare eventuali segnali premonitori anche su tali fenomeni esplosivi a grande energia, così da poter pianificare un’attività preparatoria per la messa in sicurezza della popolazione residente e dei visitatori in quota. Nelle prossime ore dovranno essere messe in campo tutte quelle azioni di studio e verifiche per la valutazione del rischio residuo, in quanto i parosissimi del passato, come nel 2002, hanno spesso innescato fenomeni di instabilità della parete del cono con il conseguente collasso craterico e la generazione di tsunami.
In ultimo, solo una maggiore e più efficace azione di informazione alla popolazione ed ai visitatori potrà aumentare la consapevolezza che i vulcani attivi saranno sempre aree dove bisogna convivere con la pericolosità e prepararsi adeguatamente per resistere agli eventi naturali. I piani di emergenza con le relative norme comportamentali devono essere veicolati ai frequentatori del vulcano e alla popolazione, affinché si completi il ciclo delle attività di protezione civile” conclude Cassaniti.