Palermo, 28 apr. – "Dove sono i bambini? Sono ancora i grandi assenti, nella Fase 2 non scordiamoci di loro". E' la denuncia dell'Ordine degli psicologi della Sicilia che hanno scritto una lettera aperta. "E Le misure dettate per la Fase 2 aprono le strade a un cambiamento ma il mondo dei bambini sembra ancora eccessivamente trascurato", dicono gli psicologi. L'Ordine degli psicologi della Regione Siciliana, attraverso una lettera aperta della consigliera Giovanna Blanco, pone l'accento sui problemi "ma anche sulle opportunità che impongono una riflessione legata al mondo dell'infanzia".
“Dal 5 marzo – scrive la psicologa Blanco – le scuole hanno definitivamente chiuso i portoni e poco dopo sono cessate anche le attività sportive e ludico-ricreative. In un clima globale di incertezza e paura, i bambini hanno dovuto adattarsi ad un grande ed improvviso cambiamento. Certamente, la quarantena ha consentito loro di riscoprire una dimensione familiare rinnovata da tempi più umani, da una maggiore condivisione e presenza di genitori, forse come mai era accaduto. Ma, nel susseguirsi dei giorni, i bambini hanno iniziato a perdere pezzi fondamentali di vita, perdendo se stessi nel rumore dell'emergenza".
"Relegati nello spazio circoscritto delle loro abitazioni, i nostri figli hanno dovuto aprirsi alla novità della didattica a distanza, perdendo la quotidianità di situazioni relazionali con insegnanti e compagni; hanno dovuto imparare a sostituire con le videochiamate, tutti quegli abbracci, quelle carezze, quei gesti affettivi con nonni, zii, cuginetti, amici, a volte anche con il genitore non collocatario, nei casi di separazione", denuncia.
"Non solo. Nella quarantena del COVID-19, i bambini hanno perso il loro corpo in movimento, il corpo che corre, salta, cade, suda e con esso hanno perso una quota indispensabile di gioco, l'attività che per eccellenza contribuisce ad uno sviluppo armonioso della personalità infantile. Attraverso il gioco, il bambino esplora e scopre il mondo e, allo stesso tempo, esplora e scopre sè stesso nel mondo: per quanto i genitori possano avere competenza ludica ed affettiva, il gioco in casa resta un'occasione limitata sia nei ruoli che negli stimoli offerti", si legge.