In circa 70 anni Palermo, così come altre città costiere d’Italia, potrebbe venire sommersa dall’acqua, inondata da quella bellezza che in tanti ci invidiano. Non è l’ipotesi catastrofista di qualche esaltato, bensì l’allarme nudo e crudo lanciato da Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica, intervenuto alla Scuola di formazione politica “Meritare l’Europa”, di Italia Viva, a Ponte di Legno (Brescia). Un avvertimento che serve a ribadire ancora una volta quanto sia importante stabilire delle politiche e degli interventi mirati a salvaguardare l’ambiente. Dal più piccolo comportamento alla più grande delle misure ecologiche, tutto fa brodo per tamponare ciò che di sbagliato è stato fatto in passato e permettere a tutti di godere di un futuro migliore.
“I mari si innalzano di 20 centimetri rispetto al secolo scorso, questo è l’innalzamento medio“, ha detto Cingolani parlando del surriscaldamento globale. Poi la bomba: “Di questo passo fra 60 anni non avremo più città costiere in Italia, saranno tutte sott’acqua, fra 60-70 anni i bambini che oggi sono a scuola e fanno la prima elementare probabilmente non potranno vivere a Genova, Napoli, Pisa, Livorno, Palermo, e dovranno ritirarsi sull’appennino e andare in vacanza sul Baltico“. Una previsione che fa rabbrividire, dato che si tratta di un arco di tempo ormai brevissimo, quasi un countdown. Tocca a noi tutti e soprattutto a “chi sta in alto” fare qualcosa di concreto per salvare non solo le città costiere, ma il nostro mondo dalla mano (disattenta in passato) dell’uomo.
Infatti, il ministro ha concluso il suo intervento a riguardo, ricordando come ci siano “degli accordi internazionali” che regolamentano certi aspetti. Basti pensare a quello sulla decarbonizzazione, quello che impegna gli Stati, entro il 2050, a non immettere più Co2 nell’aria, o quello sul riciclo dei rifiuti.