E’ stata concessa la messa alla prova per i due ragazzi che picchiarono a morte un anziano a Modica nel gennaio del 2017. I due responsabili avevano chiesto il rito abbreviato e poi la Map, cioè la messa alla prova, concessa oggi dal Tribunale dei minori di Catania, presieduto da Alessandra Chiriego. Alla misura si era opposta il sostituto procuratore, Silvia Vassallo.
“È l’ennesima beffa dello Stato”, dichiara Giuseppa Partenza, sorella della vittima, supportata da Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. I ragazzi non hanno capito nulla della messa alla prova, alla fine dell’udienza si scambiavano il “cinque” con i loro avvocati: una scena vergognosa, così come gli sguardi di sfida delle loro madri, se penso che hanno ucciso una persona indifesa e che non faceva male a nessuno, mio fratello. L’unica cosa che hanno ben capito è che l’hanno fatta franca ancora una volta, perché di volte ce ne sono state altre, prima, e ce ne saranno altre, dopo. Ci scandalizziamo tanto di fatti come Manduria, parliamo di deriva giovanile, ma se questa è la giustizia, la società italiana se lo merita. Ci meritiamo queste tragedie”.
Nel 2017 il 64enne Angelo Partenza è morto a seguito delle ferite riportate dalle botte inferte da due ragazzi di 16 e 15 anni. Il 3 febbraio, l’ematoma alla testa, provocato dalle botte date dai ragazzi, avrebbe avuto complicazioni che hanno portato l’anziano alla morte. I due ragazzi, accusati di omicidio preterintenzionale hanno ottenuto 30 mesi di messa alla prova: il 17enne dovrà frequentare un corso professionale e svolgere attività lavorativa, ed entrambi dovranno svolgere attività di volontariato presso un’associazione di Modica, nonché sottoporsi a periodici incontri clinici con degli psicologi assieme ai genitori. Il percorso inizierà da settembre, ma fino ad agosto dovranno comunque esse impegnati in attività simili.