Il professore Maxim Bakhtin in fuga dal regime Putin potrà rimanere in Italia. Il professore russo vive nel Ragusano tra Donnalucata, Modica, Scicli e ora è a Ragusa Ibla. Ha il permesso di soggiorno ma ha chiesto asilo politico. I giudici della corte d’Appello di Catania hanno negato la richiesta di estradizione di Mosca nei confronti di Maxim Bakhtin, 46 anni, che potrà così rimanere in Italia grazie a una protezione sussidiaria internazionale e a un permesso di soggiorno di cinque anni. E’ quanto si legge in un articolo a firma di Sebastiano Diamante su Repubblica di oggi. “Il docente universitario russo, – come scrive il giornalista Diamante su Repubblica – arrestato in Sicilia nel 2020: su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale, con le accuse di truffa e appropriazione indebita, per fatti che risalivano a sette anni prima. Ma la verità, stando al docente russo, è nascosta nella sua candidatura nel 2016 alla Duma di Mosca, il Parlamento della città, col partito “Russia giusta”, in contrapposizione a “Russia unita”, partito di maggioranza nel governo del Cremlino.
Nel 2013 Bakhtin insegnava Storia e Filosofia nella sede distaccata di una università privata di Mosca. Assieme ad altri docenti avrebbe dovuto tenere un corso per il quale gli studenti avevano pagato le quote d’iscrizione (in tutto 15mila euro) «direttamente all’università — sostiene — non a me». Ma il corso non si tenne. «Io non percepii denaro — racconta Bakhtin — né nessuno me ne chiese conto». La sede dell’ateneo, dopo qualche mese, chiuse e finì anche il suo rapporto di lavoro.
Nel 2016 Maxim Bakhtin, da sempre appassionato di politica, decise di candidarsi alla Duma di Mosca nelle file del partito anti-Putin. E lì cominciarono i guai. «Un mese prima delle elezioni — sostiene — ricevetti minacce telefoniche perché ritirassi la mia candidatura. Una settimana prima del voto, la polizia venne a casa mia con il pretesto di effettuare controlli». Bakhtin non fu eletto, piazzandosi terzo nella sua lista, ma capì che era meglio “cambiare aria”: «Temevo il carcere, così andai via dalla Russia nel settembre 2017». (Fonte e foto Repubblica)