Sembra di esser tornati a qualche anno fa ed alle polemiche che fecero da contorno alla decisione dell’allora sindaco Nello Dipasquale di interdire al traffico veicolare la via Roma appena appena riqualificata.
Ora invece le polemiche riguardano l’annunciata decisione di un altro sindaco, l’attuale, Peppe Cassì, intenzionato a riaprirla al passaggio delle auto, mentre nell’intermezzo dei trascorsi cinque anni di sindacatura grillina di Federico Piccitto fu scelta la mezza misura di riaprirla sì ma solo da via Salvatore in poi verso Ponte Nuovo. In questo coro di interventi si evidenzia per la sua dura determinazione la posizione del capogruppo Pd in consiglio comunale, Mario Chiavola, che parla subito di “errore mentre le soluzioni per combattere la desertificazione dovranno essere necessariamente altre”.
Spiega dunque Chiavola“che senso ha riaprire al traffico via Roma, anche se utilizzando il sistema della Ztl, così come accade in parte nell’altro centro storico della città, vanificando quello che è stato ideato, pensato e realizzato come un luogo da rendere tabù per le auto e per tutti i mezzi a motore? Cioè, mentre in tutta Italia, per non parlare del resto d’Europa, si fa a gara per trovare le misure che consentano di liberare i centri storici dalle auto, noi che facciamo? Ci muoviamo in una direzione esattamente opposta?”. Il capogruppo dem poi aggiunge “scelta più sbagliata, seppur con tutti gli accorgimenti del caso non potrebbe esserci. Sarebbe un clamoroso ritorno all’indietro che non sappiamo a chi potrebbe tornare utile. Un altro discorso, invece, è quello legato alla desertificazione di via Roma e del centro storico superiore di Ragusa, almeno in alcune zone, che riteniamo non debba essere risolto eliminando la pedonalizzazione.
I motivi, secondo noi, sono altri. E devono essere ricercati nella mancanza di investimenti adeguati, nell’assenza di politiche specifiche tese ad attirare e a fidelizzare la clientela. Del progetto originario che fu portato avanti con la pedonalizzazione di via Roma, che prevedeva la creazione di un centro commerciale naturale, nulla è stato realizzato. E adesso, per di più, si vorrebbe fare in modo di dimenticare quel passato e di cancellare tutto con un colpo di spugna. Come Pd riteniamo che ci si debba confrontare con tutte le parti sane e vivaci della città. Non si può prendere una decisione del genere a cuor leggero senza analizzare quali sono le reali cause di questa desertificazione.
Gli interventi che andrebbero effettuati vanno in tutt’altra direzione e non certo nella riapertura al traffico di quello che un tempo era menato a vanto di tutta la provincia e che non a caso veniva definito il salotto buono della città”. Riguardo alla desertificazione del centro città stanno facendo scalpore le chiusure già in atto o annunciate di locali storici quali il caffè Trieste, la pasticceria Dipasquale, il ristorante Orfeo e alcuni bar, tra cui il caffè del Viale, meglio conosciuto come ‘il Talmone’ la cui proprietà, la famiglia Blundo, ha deciso di chiudere i battenti già dal 1° gennaio, pur trovandosi in viale Tenente Lena e dunque in una zona rimasta sempre aperta al passaggio delle auto. (da.di.)