Assessore Iacono lei si è sempre impegnato anche extra parentesi politica nell’ambito sociale, adesso, per la prima volta, ha un ruolo da assessore ed amministratore locale con delega agli affari generali e quindi anche all’anagrafe comunale. Qual è la sua opinione su questo aspro dibattito che coinvolge da una parte il governo nazionale e dall’altra molti sindaci a cominciare da Palermo e da Leoluca Orlando?
Martin Luther King sosteneva che ‘le nostre vite cominceranno a finire il giorno in cui resteremmo silenziosi di fronte alle cose che contano’ e Leoluca Orlando è una delle persone migliori di questo paese che non è mai rimasto ‘indifferente’ rispetto a ciò che è ‘giusto’ fare. Premetto che l’argomento non è stato oggetto di discussione in Giunta e con il Sindaco e, pertanto, esprimo una opinione personale che ho solo condiviso con il direttivo di ‘Partecipiamo’. La mia idea non segue né ragioni ideologiche né ragioni politiche – che, peraltro, non ho – ma è dettata da ragioni razionali, istituzionali, giuridiche, metodologiche e umane che mi fanno dissentire sul cosiddetto decreto ‘sicurezza’. Il primo dissenso riguarda l’emanazione di un decreto ‘sicurezza’ che, nei fatti, modifica il testo unico del 1998 sulla “condizione dello straniero’ . Con questa, ingannevole e pericolosa, operazione, nel 2018, nello stesso paese che ottant’anni prima (1938) emanava le leggi razziali, si è associato il concetto di ‘immigrato’ alla ‘criminalità’. L’immigrato è diventato il ‘nemico’. La storia insegna a chi serve e dove porta la costruzione del ‘nemico’.
C’è una percezione negativa molto diffusa sul fenomeno immigrazione non pensa che associare gli immigrati ai reati non sia poi così lontano dalla realtà? La percezione è sicuramente quella che lei sottolinea e, non a caso, le folle vengono ‘eccitate’ e stimolate a sentire ciò che vogliono sentire e i sondaggi confermano. La realtà dei numeri sulla criminalità e sull’immigrazione però ci dice l’esatto contrario rispetto alla ‘percezione’. La fonte dei dati è il Ministero dell’Interno! Nel periodo in cui l’immigrazione è cresciuta, dal 2007 al 2015 i reati, in una media oscillante tra il 10 % e il 13 %, sono diminuiti e sono diminuiti gli omicidi (mai così pochi dall’unità d’Italia) e 1/3 terzo sono femminicidi, le denunce di delitti, le rapine, le violenze alle persone. Non c’è un solo studio o rapporto che dimostri una correlazione tra immigrazione e criminalità, anzi, se correlazione dovesse esserci, i numeri forniti dallo stesso Viminale, darebbero una correlazione negativa. Anche gli anni successivi al 2015 fino al 2018 dimostrano che i reati in Italia sono in diminuzione. Nel 2018 delitti sono diminuiti del 9,5 % rispetto ai 12 mesi precedenti, le rapine il 12,3 % in meno, i furti il 9,6 % in meno e sono diminuiti anche i delitti attribuiti alla criminalità organizzata – 12,9 %. Ecco l’inganno o la distrazione rispetto ai temi veri, i reati diminuiscono, non vi è correlazione con gli immigrati e il governo mette nel mezzo del decreto ‘sicurezza’, dando centralità mediatica, il fenomeno dell’immigrazione, alla stessa stregua di ‘mafia’, ‘terrorismo internazionale’ e criminalità organizzata. Il sillogismo è esplicitato chiaramente nel decreto. Gli immigrati rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica.
La ‘testa’ direbbe ma perché? perché se i reati diminuiscono, invocare ed evocare ‘urgenza’ , ‘pericoli’ e definire il ‘nemico’ ? forse perché come la storia insegna, creare ‘nemici’ genera disumanità ma serve a mantenere e rafforzare il potere.
Non ritiene che L’avversione nasce, probabilmente, dal fatto che debba essere solo l’Italia ad accogliere e dare assistenza agli immigrati? Anche questo non ha corrispondenza con la realtà. C’è una percezione di ’invasione’ dell’Italia ma non è così. Non c’è nessuna ‘invasione’. Negli ultimi 3 anni il flusso dei migranti verso l’Italia è diminuito dei 2/3 e nei primi 6 mesi del 2018 rispetto all’anno precedente di quasi l’80 %. I dati sono dello stesso Ministero dell’Interno e quindi presumo che il Ministro li conosca. Dall’1 gennaio al 17 luglio 2018 sono sbarcati nelle coste Italiane 17.838 migranti rispetto allo stesso periodo del 2017 quando erano stati oltre 84.000.
In Europa siamo paese fanalino di coda per il numero di migranti sulla popolazione totale. In Austria il 15,2%, in Belgio l’11,9 % in Irlanda l’8,4 %, in Germania l’11,2 %, in Spagna il 9,5 %, in Italia il 7,3% ma se consideriamo solo i migranti extra europei scendiamo al 6,7 %. Anche i richiedenti asilo sono minori rispetto all’Europa, 2.089 ogni milione di abitanti rispetto alla media Europea di 2.400 ogni milione di abitanti. Malta, accusata in questi giorni, ne ha ricevuti 1.610, molto meno dell’Italia, ma a Malta sono meno di 450.000 gli abitanti.
Non pensa che anche i governi precedenti abbiano colpe?
Certamente si,perché il fenomeno migratorio necessitava e necessita di una regolamentazione tesa non a considerarli nemici ma a regolarne i flussi di ingresso anche per evitare loro di venire in un paese ospitante per stare poi in un centro di accoglienza ma il predecessore al Ministero di Salvini, on.le Minniti, invece di pensare a fare una buona norma, di civiltà e di dignità, ha pensato di anticipare gli stessi temi oratori del suo successore. E perché da parte dei Sindaci il tentativo, grave, di non volere applicare una norma?
Perché la ‘norma’, a differenza di tanti ‘tifosi’ che non la conoscono, i Sindaci l’hanno letta e ne hanno capito la portata e gli effetti e siccome i problemi quotidiani da affrontare sono in capo ai Sindaci e non ai parlamentari sanno che ciò che vogliono far fare ai Sindaci è contrario a quanto stabilito nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nella Costituzione, è disumano, ingiusto ed aumenterà il numero di reati. Vengono eliminati ed aboliti i permessi per motivi umanitari trasformati in permessi ‘speciali’, più difficili da concedere al richiedente asilo. Permessi speciali possibili solo in situazioni particolari: cure mediche e a fronte di malattie di eccezionale gravità e solo per il tempo necessario per le vittime di grave violenza, per situazioni di contingente ed eccezionale calamità naturale nel paese di provenienza. Dall’entrata in vigore del decreto, non sussistendo queste condizioni, il migrante ottiene il diniego e da ‘regolare’ diventa un ‘irregolare’ e per chi aveva ottenuto il permesso prima dell’entrata in vigore della legge, alla scadenza (da 6 mesi a 2 anni) non avendo i requisiti previsti adesso diventerà anche ‘irregolare’. Lo straniero ‘irregolare’ in base alla legge Maroni 94/2009 è già in una condizione di ‘reato’. Il Sindaco Orlando dice bene quando afferma che il decreto sicurezza, aumentando potenzialmente il numero di reati, aumenta l’illegalità.
La residenza viene adesso negata ai richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria e quindi tantissimi immigrati avranno sempre più difficoltà di accesso alle cure sanitarie anche se “regolari” ma privi della carta di identità e senza certificato di residenza come previsto dalla Legge Salvini. Interi nuclei familiari (tanti bambini figli di immigrati frequentano le nostre scuole, i nostri asili come hanno fatto gli Italiani emigrati altrove) e persone in condizioni di fragilità si troveranno sempre più nella condizione di irregolarità, con difficoltà di accesso alle cure e senza i documenti gli sarà preclusa l’opportunità di poter avere un lavoro e il soggiorno. Poi ogni atto, anche a livello culturale, si porta dietro tanto altro, basti pensare al trattamento ricevuto dal clochard a Trieste. Vitaliano Brancati diceva che : ’dopo l’ubriacatura di stupidità dell’attivismo, del vitalismo .. della fede cieca nell’uomo della provvidenza, subentra la crisi……’.
Qualche Sindaco delle grandi città che conosce la storia, le glorie e gli orrori che essa si porta dietro, ha, giustamente e coraggiosamente, iniziato la ‘resistenza’.
Grazie per questa intervista.
Grazie a lei.