E’ probabilmente, se non andiamo errati, la più seria polemica che coinvolge l’amministrazione Cassì da quando si è insediata, e che non proviene dalle opposizioni politiche, cosa scontata, ma da una dellle più importanti realtà imprenditoriali e sociali della città.
Parliamo della confederazione dell’artigianato Cna e della questione della Tari per le imprese. A dar fuoco alle polveri una nota della confederazionne che fin dal titolo non lascia adito a dubbi di sorta “sullla controversa questione delle cartelle Tari a Ragusa, nessun riscontro concreto dopo gli impegni assunti dalla Giunta municipale. E le imprese continuano ad essere vessate”. La confederazione artigiana, per bocca del suo presidente comunale Santi Tiralosi e della responsabile organizzativa, Antonella Caldarera, si dice “rammaricata e profondamente dispiaciuta per il fatto che, nonostante gli impegni assunti a inizio gennaio, ancora nessun intervento concreto sia stato avviato dall’amministrazione comunale.
E, anzi, le istanze in autotutela che ci era stato consigliato di presentare sono finite nel nulla, costringendo le imprese a intraprendere le vie legali, rideterminando una grave situazione per le piccole e medie imprese del nostro territorio. Riteniamo che questa mortificazione sia ingiusta nei confronti di operatori economici che si danno da fare ogni giorno, affrontando le più svariate difficoltà, per garantire un minimo di effervescenza economica all’intera città”. A seguire Tiralosi e Caldarera rimarcano il fatto che “sulla controversa questione delle cartelle esattoriali Tari, anche in seguito alla protesta pacifica tenutasi in Consiglio comunale e che aveva favorito l’incontro con la Giunta municipale, dove erano stati decisi alcuni percorsi da compiere, nessun tipo di indicazione nuova si è registrata. Anzi, dalla Lamco, la ditta che gestisce il servizio di riscossione con riferimento alla Tari ci sentiamo rispondere che dall’amministrazione non è arrivato alcun tipo di indicazione.
E tutto ciò crea imbarazzo e mortificazione soprattutto dopo che la nostra associazione di categoria si era esposta e si era sentita rassicurare sul fatto che non ci sarebbero stati problemi. E i problemi, invece, continuano ad esserci, eccome”. E purtuttavia la Cna offre ancora all’Amministrazione una mano tesa affermando “ecco perché chiediamo all’amministrazione comunale di valutare con la massima attenzione la gravità della questione, di mantenere fede agli impegni assunti e di volere dare un segnale alle piccole e medie imprese del territorio che si attendevano, ma giusto perché era stato il sindaco Cassì a fornire rassicurazioni in tale direzione, di sanare la complessa problematica in maniera benevola, senza ulteriori aggravi per il tessuto produttivo di Ragusa. Circostanza che, invece, a quanto pare, non si sta verificando e purtroppo registriamo che le imprese risultano vessate dal continuo aumento delle tariffe dei tributi. Servono, dunque, verifiche dei percorsi e, soprattutto, sono necessari interventi concreti. Le parole, ancorché apprezzabili, abbiamo visto che non servono”. Tirato per i capelli, non si è fatta attendere la replica del Comune, affidata però non alle istanze politico- amministrative (e per esse intendiamo Sindaco e/o assessore competente), ma bensì al Settore tributi che intende “fornire un puntaule riscontro” alla nota della Cna.
“Lo scorso mese di dicembre, questo Ente, attraverso l’attività di supporto fornita dal raggruppamento di imprese ATI Lamco, ha effettuato una notevole attività accertativa in materia di tassa sui rifiuti per il recupero degli importi sottratti ad imposizione negli anni precedenti. L’ammontare dei tributi richiesti a pagamento ha comportato grande apprensione da parte dei tantissimi contribuenti che hanno ricevuto, a fine anno, gli accertamenti in questione. Questa Amministrazione, investita della “questione” ha immediatamente incontrato, già lo scorso 28 dicembre e poi, anche, il 3 gennaio del c.a., le associazioni di categoria (CNA e Associazione Industriali) relativamente alla “problematica”, dalle stesse sollevata, sulla tassazione delle aree esterne pertinenziali.
Trattandosi di un argomento che ha destato una chiara ed evidente preoccupazione diffusa per il gravame economico richiesto ai nostri concittadini, l’Amministrazione con nota dell’Assessore Iacono e del Dirigente Scrofani si è attivata immediatamente impartendo una direttiva (provv. Prot. 5130/2019 del 14/1/2019) con cui ha invitato la ditta affidataria del servizio ad intraprendere un “dialogo con i contribuenti”, per correggere eventuali errori od omissioni dagli stessi commessi e per fornire loro, da un lato l’assistenza e le informazioni richieste, dall’altro stimolando una dinamica collaborativa che potesse rafforzare la fiducia del cittadino nelle istituzioni e favorire l’adempimento spontaneo (tax compliance). Ne consegue che l’Amministrazione sta seguendo con molta attenzione l’evolversi della situazione al fine di garantire il diritto dei contribuenti ad una giusta imposizione.
Tuttavia trattandosi di materia complessa, con la direttiva medesima sono state individuate talune fattispecie di non tassabilità, tratte dalla manualistica dell IFEL che riprende una casistica ben rappresentativa delle varie esperienze dei comuni a livello nazionale, da inserire al più presto nel regolamento comunale. In tal senso è evidente che l’obiettivo dichiarato è quello, alla luce del confronto con le suddette associazioni ed anche con i contribuenti, addivenire alla definizione spontanea degli accertamenti emessi privilegiando il dialogo ed il confronto con il contribuente nel rispetto, ovviamente, della normativa di riferimento. In tale direzione, sarà cura dell’Amministrazione rinnovare ad ATI – Lamco la richiesta di compiere ogni ulteriore possibile sforzo collaborativo, nell’ambito del rapporto contrattuale in essere, al fine di fornire la qualificata attività di supporto per esaminare tempestivamente le richieste di rideterminazione dei contribuenti anche nei confronti di coloro che hanno già intrapreso il contenzioso. Sono infatti ben 6547 gli avvisi di accertamento emessi, di cui 2100 riguardanti il solo mese di dicembre 2018: una mole che non può essere definita in pochi giorni”. (da.di.)