Strano, veramente strano l’intervento, affidato ad una lunga nota stampa, di Stefania Campo, parlamentare regionale del movimento 5 stelle, sugli esosi pedaggi previsti per la percorrenza della Ragusa-Catania, della quale ancora niente di certo si può dire, persino se verrà realizzata e quando e come.
Strano, dicevamo, anche perché la rappresentante pentastellata iblea all’Ars ci ha positivamente abituati ad un bel parlar chiaro, mentre ora sembra contravvenire a questa sua regola. E dunque parla, la Campo di “elevatissimo costo del pedaggio che noi cittadini avremmo dovuto affrontare per percorrere l’arteria, ovvero circa 24 euro, andata e ritorno, per soli 68 km. Un’idea folle che chiuderebbe ancor di più la porta d’ingresso della nostra provincia ai turisti e che danneggerebbe gravissimamente la nostra economia e tutti i soggetti che utilizzano costantemente la Ragusa-Catania”. Poi fa anche dei paragoni “se venisse applicata la tariffa attuale, prevista sulla Messina-Palermo, la percorrenza sulla Ragusa-Catania costerebbe appena 4,6 euro; invece 4,7 euro se si applicasse una tariffa nazionale come quella della Autostrada del Brennero; appena 4,8 euro al massimo se venisse applicata la tariffa dell’A4, ovvero dell’autostrada Serenissima. Quindi perché i siciliani e i turisti dovrebbero pagare 12 euro all’andata e 12 al ritorno, per percorrere la Ragusa-Catania? Perché un cittadino del nord, o del centro, lo stesso numero di chilometri autostradali riesce a pagarli per meno della metà del nostro importo?”.
Ma la molta carne al fuoco posta dalla Campo riguarda anche “la Sarc (Società Autostrada Ragusa Catania) che inizialmente aveva prospettato una tariffa pari a 40 euro per un tragitto completo di andata e ritorno, quindi un pedaggio addirittura del doppio rispetto a quello che viene ancora difeso attualmente dal gruppo stesso e dai partiti politici che l’hanno promossa e sostenuta. Ed infatti, sia il Cipe, la vigilanza sulle concessioni autostradali del Mef che l’advisor internazionale, incaricato dal governo attuale, oramai sostengono all’unisono che non c’è la sostenibilità finanziaria necessaria e, soprattutto, si sono consolidati i fortissimi dubbi sulla gestione successiva da parte della Sarc inerente, appunto, i costi del pedaggio”. Ma, ricorda ancora la deputata grillina “la Sarc, Società Autostrada Ragusa Catania, è di proprietà della famiglia Bonsignore, lo stesso gruppo imprenditoriale che all’inizio degli anni duemila progettò varie opere viarie, di notevolissimo interesse, e per le quali chiese le relative concessioni al Ministero delle Infrastrutture: la Orte-Mestre, la Termoli-Campobasso e, appunto, la Catania-Ragusa.
Ebbene di queste altre autostrade la prima è finita al centro di una indagine della Procura di Firenze sulle grandi opere e il “gruppo” rinunciò alla progettazione lasciando la palla all’Anas. Della Termoli-Campobasso, invece, che avrebbe dovuto collegare il Mar Tirreno al Mar Adriatico, sono stati realizzati nel 2008 solo nove chilometri per una spesa di 78 milioni di euro. Poi più niente”. Ma non è tutto. La deputata pentastellata, infatti, non manca di considerare anche altri aspetti problematici: “da una parte potremmo incorrere in sanzioni e richiami da parte dell’Unione Europea visto che alla Ragusa-Catania non sono previsti altri percorsi alternativi a costo zero per il viaggiatore e, dall’altra, lo Stato potrebbe subire un danno enorme se il progetto finanziario crollasse davanti alla spietatezza di un probabile mancato flusso.
Una volta completata l’opera e avviato il transito siamo certi che il numero di fruitori assicurerebbe quegli introiti previsti nel progetto della Sarc? E se le tariffe salatissime procurassero un freno all’utilizzo stesso dell’arteria chi pagherebbe il danno? La Sarc non rischierebbe il fallimento? Anche, in questo caso, a pagarne le spese sarebbe pertanto lo Stato, e, quindi nuovamente, noi cittadini tutti”. Ma, forse per non sembrare di voler suonare la campana a morto per la tanto attesa arteria, e per esaltare le iniziative del governo, la Campo sottolinea “a fronte di tutto ciò, la Ministra Barbara Lezzi e il Governo Conte hanno ribadito che l’opera, per la sua importanza strategica, verrà realizzata.
Sia per assecondare la crescita economico-imprenditoriale della Sicilia sud orientale sia per garantire la sicurezza degli automobilisti e delle persone che percorrono tale tragitto. Ad aprile ci sarà la prossima riunione del Cipe e in quell’occasione la Ragusa-Catania sarà nuovamente all’ordine del giorno. Intanto si stanno approntando delle soluzioni alternative a quelle attuali in maniera da non far gravare i costi sui cittadini stessi e scongiurare che sullo Stato non ricadano colpe che sarebbero, invece, addebitabili solo all’erronea progettazione del privato.
In questo momento, pertanto, non appare impossibile che si arrivi alla decisione di realizzare l’autostrada grazie ad uno sforzo economico interamente pubblico, prevedendo, fra l’altro, anche tariffe sociali che consentirebbero un incremento del flusso veicolare da parte delle fasce più disagiate, oltre che quello sia turistico che imprenditoriale. La provincia di Ragusa ha bisogno dell’ampliamento dell’attuale Ragusa-Catania senza alcun tipo di dubbio e senza alcun tipo di ulteriore ritardo. E’ un’opera strategica e irrinunciabile”.