“Un Piano spiagge monco. Il Piano spiagge è un atto che doveva essere concertato con le associazioni di categoria, con un pezzo di città che non ha avuto ascolto e che, pertanto, per forza di cose non può essere presentato come un buon atto.
Una necessità, quella del Piano spiagge, di cui il sottoscritto si è fatto carico presentando una interrogazione consiliare in cui è stata sollecitata l’opportunità di dotare la città di un Piano spiagge con le tutte le sue utilità. In ogni caso, in barba a qualsiasi prassi istituzionale, la maggioranza che sostiene l’amministrazione Cassì sta cercando di saltare le tappe della buona politica con il rischio di mandare in fumo tutto quello che sta attorno”. E’ il consigliere comunale Mario D’Asta a mettere in luce la necessità di rivedere qualcosa nell’azione portata avanti dalla Giunta in seno al Consiglio comunale.
“Per il Pudm prima un ritardo clamoroso nella elaborazione dell’atto – sottolinea D’Asta – poi si è inteso battere ogni record di velocità per portarlo in consiglio dimenticandosi di concertare lo strumento di pianificazione con la base, vale a dire con la comunità cittadina, oltre che con le associazioni di riferimento. Anche in questo caso l’amministrazione comunale non ha inteso opportuno, e non se ne capiscono le ragioni, procedere con un iter che garantisse la possibilità di ascolto di una pluralità di voci, annullando, quindi, ogni ipotesi di confronto e di concertazione. Tra l’altro, mi pare opportuno ricordare come, anche in seguito di un atto ispettivo presentato in aula dal sottoscritto, si è inteso verificare come stavano le cose sul Pudm e procedere di conseguenza.
Si sentiva la necessità di regolarizzare l’organizzazione della fascia costiera, nella tutela e nella valorizzazione della stessa, e far sì che parte dei tributi potessero essere erogati direttamente a vantaggio del livello comunale e non più della Regione”. D’Asta spiega che è “fondamentale dare risposte alla nostra città, anche su questo aspetto, ma è necessario farlo – aggiunge – in maniera corretta. Un errore di metodo che sta diventando una prassi. E, sinceramente, non ce la sentiamo di condividere un modus operandi che finirebbe con il penalizzare in maniera eccessiva la nostra città.
Invitiamo la maggioranza a rivedere le modalità di tale cammino e a non chiudersi in scelte elitarie, perché, altrimenti, non si rende un buon servizio alla comunità amministrata. Serve recuperare alcuni valori: la concertazione, ascoltare il cuore pulsante della città. La Giunta Cassì non ascolta i cittadini e rischia di diventare autoreferenziale, un atteggiamento politico di cui si può sinceramente fare a meno”.