La giornata del 25 aprile, che ha segnato l’avvio delle bella stagione e delle gite fuori porta, è stata anche quella in cui sono venuti al pettine molti nodi delle criticità del nostro territorio comunale.
Dopo le ‘incompiute’ di Marina di Ragusa attenzionate dal consigliere Gianni Iurato, dopo le cataste di rifiuti che hanno accolto i turisti a Ragusa Ibla documentatate da Mario Chiavola di Ragusa in Movimento, è la volta del consigliere 5 stelle Sergio Firrincieli che denuncia la presenza di microdiscariche di rifiuti speciali, soprattutto amianto, in alcune belle zone rurali vicinissime alla città o alla strada per Marina di Ragusa, in particolare contrada Torre Mastro, contrada Malavita sino ad arrivare alla Palazzola, strada che incrocia appunto la Ragusa mare.
Afferma testualmente Firrincieli “oltre allo spettacolo indecoroso con cui abbiamo dovuto fare i conti lo scorso 25 aprile, a causa della quantità di rifiuti abbandonati un po’ ovunque e che deturpano il centro storico oltre che le periferie, bisogna fare i conti con delle vere e proprie emergenze ambientali riguardanti alcune strade di pertinenza comunali presenti sul nostro territorio cittadino. Ci sono accumuli di amianto in microdiscariche più o meno consistenti che, però, trattandosi di rifiuti speciali, rovinano, e in maniera pesante, tutto l’ambiente circostante”. Sergio Firirnciali conclude con una precisa richiesta all’amministrazione comunale “vorremmo dunque sapere che fine hanno fatto i controlli, pur rendendoci conto che si tratta di una zona non certo centralissima del nostro territorio comunale, e in che modo adesso si intende intervenire per rimuovere questi ammassi che creano parecchia preoccupazione tra i residenti delle zone circostanti.
Non possiamo fare finta di niente ed è indis-pensabile darsi da fare il prima possibile per smaltire i depositi attuali e fare in modo che non se ne riformino degli altri. Il timore è che, con le ristrutturazioni in corso in alcuni edifici delle aree cir-costanti, e non solo, si continui a conferire laddove capita prima senza seguire le stringenti regole che impongono di trattare il rifiuto speciale in un certo modo, a tutela della pubblica incolumità e della salute di tutti”. (da.di.)