Non appena pubblicata, già l’ordinanza che, nelle intenzioni dell’amministrazione dovrebbe rendere Ragusa un comune plastic free, raccoglie una serie di obiezioni.
Ad avanzarle il consigliere del movimento 5 stelle Sergio Firrincieli che ritiene troppo pochi i novanta giorni concessi, a decorrere dal 1° giugno, data di vigenza dell’ordinanza, a negozianti commercianti e imprenditori vari per esaurire le scorte di materiale monouso in plastica. Osserva Firrincieli “stiamo parlando, infatti, di un documento predisposto il 24 maggio scorso e che dovrebbe essere operativo già dall’1 giugno, con delle previsioni che lasciano pochissimo tempo agli operatori del settore alla luce di un provvedimento così importante. Infatti, sono stati concessi appena novanta giorni alle attività commerciali per adeguarsi. Secondo noi, però, sono pochi.
Ce ne vogliono almeno 180 perché chiunque abbia fatto degli acquisti, con consistenti scorte in magazzino, anche a fini speculativi, si confronta con materiale di una certa quantità che non può essere smaltito in così poco tempo. In più bisogna considerare che, con l’entrata in vigore dell’ordinanza, molti ragusani cominceranno a comprare prodotti bio quindi le scorte tenderanno ad esaurirsi ancora più lentamente. Ecco perché riteniamo che il termine di 180 giorni sia il minimo che si possa concedere prima di avviare le sanzioni. Sanzioni che, in questa fase dell’anno, avrebbero avuto un senso se l’ordinanza fosse stata attivata già nel mese di ottobre quando il Consiglio comunale approvò la mozione”.
E sì, perchè questo sembra proprio il nodo politico che è il vero scopo della presa di posizione del consigliere grillino. Il quale, fin dall’inizio della sua nota, lamenta “il fatto che il sindaco si sia preso per intero il merito dell’ordinanza “Plastic free”, dicendo di essere addirittura stato confortato dal suggerimento di alcuni ragazzini, di cui naturalmente è apprezzabile lo spirito ambientalista, la dice tutta sul modo di presentare le cose da parte del primo cittadino. E’ stato omesso, infatti, a questo punto volutamente, che l’ordinanza non è altro che l’atto successivo alla mozione presentata a ottobre dello scorso anno dai consiglieri pentastellati Sergio Firrincieli e Alessandro Antoci e che la stessa è stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale”.
E, come se non bastasse, Firrincieli aggiunge “si tratta di un’ordinanza frutto della sollecitazione proveniente dal civico consesso. Paradossalmente ci troviamo ad avere a che fare con una Giunta che non produce atti e tende in qualche modo a mistificare la realtà di quelli che arrivano, invece, dal civico consesso. La verità è che Cassì si è adeguato di riflesso rispetto a ciò che il Consiglio aveva statuito”. Quindi Sergio Firrincieli conclude “riteniamo che il sindaco debba tenere conto delle esigenze degli addetti ai lavori e che non debba intestardirsi.
Speriamo che possa diventare più malleabile sotto questo punto di vista per garantire delle risposte a chi ha delle necessità. Il primo cittadino, spesso e volentieri, tende a dimenticare che i rappresentanti dei cittadini, come i consiglieri comunali, portano in aula le legittime esigenze della collettività. E che, come in questo caso, non ha senso penalizzare gli operatori commerciali quando, invece, è possibile adottare soluzioni che abbiano una logicità e rispondano a determinate necessità. Non vorremmo pensare che queste proposte non siano accolte solo perché arrivano dall’opposizione e in particolare dal Movimento Cinque Stelle. Speriamo che, da questo punto di vista, il sindaco possa essere più aperto mentalmente”. (da.di.)