Caso Arata, Miccichè: “Oggi posso dire con gioia che la politica è molto meno permeabile di quella di una volta, oserei dire che oggi è impermeabile. È con gioia che posso affermare che il signor Arata e i suoi complici se ne sono andati con le pive nel sacco”.
Così il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, subito dopo l’audizione in commissione Antimafia che, poco prima, lo aveva ascoltato sulla vicenda che coinvolge il consulente per l’energia della Lega, Paolo Arata."La cosa più bella, che dovrebbe far sorridere tutti i siciliani, è che, contrariamente a quanto avveniva prima, oggi l’imprenditore non onesto, tangentista e implicato con la mafia non ha ottenuto nulla. La politica è salva e ha dato un segnale importantissimo. La Sicilia sta cambiando ed è un segnale che dovrebbero cogliere tutti – ha sottolineato il presidente -. Parlo della politica e non dell’amministrazione: non ho idea degli amministratori e dei direttori dei vari assessorati”, ha precisato Miccichè.
“Rispetto ad un passato che ha danneggiato quest’isola e l’immagine della politica, per traffici e situazioni non positive, posso affermare che questa politica è molto più forte di quella di prima”, ha aggiunto. Durante l’audizione, il presidente Miccichè aveva spiegato che “Arata è stato un mio collega, deputato alla Camera tra il 94 e il 96. Dopo tantissimi anni che non ci vedevamo, Alberto Dell’Utri mi chiese se poteva dare il mio numero ad Arata per farmi chiamare. Io ho risposto di sì e mi ha telefonato”. “Ho incontrato Arata per la prima volta il 13 febbraio 2018, alle 13,30. I miei appuntamenti sono sempre all’Ars – ha chiarito Miccichè -. In quell’occasione, mi chiese di creargli un appuntamento con Pierobon.
In assessorato non lo introdussi io, Arata era di casa all’Energia. Pierobon era stato nominato da poco assessore e immagino che Arata volesse conoscerlo. Furono le segreterie a fissare l’appuntamento tra Arata e Pierobon ma non so dove si videro”. “Durante il primo incontro – ha detto Miccichè – Arata mi disse di essere un esperto in materia energetica e consulente della Lega, che aveva dei progetti per la produzione di energia alternativa, di aver presentato un progetto e che avrebbe voluto incontrare l’assessore”. “Successivamente, mi fu chiesto un altro incontro. Il 12 luglio, venne solo il figlio, anche se l’appuntamento era con entrambi: mi disse che c’era un blocco all’assessorato alle Attività produttive e che voleva incontrare Turano.
Dopo l’incontro tra l’assessore alle Attività produttive e Arata, Turano mi disse ‘Gianfranco non ti occupare più di questa vicenda, perché non è il caso’. E così feci, tant’è che quando arrestarono Arata, incontrai Turano in Assemblea e gli dissi ti devo un grazie”, ha concluso Miccichè.