Eravamo stati facili profeti nel prevedere che la replica di Arcigay a Fratelli d’Italia a proposito del Ragusa Pride non sarebbe passata sotto silenzio. Ed infatti, puntuale, e meditata, arriva la controreplica della sezione cittadina del partito della Meloni, rappresentato dal coordinatore cittadino Sergio Arezzo e dai componenti del coordinamento comunale, Gianni Antoci, Umberto Calvanese, Alessandro Sittinieri e Nicoletta Tumino, che ribadisce “giusta la lotta contro le discriminazioni, ma no al Ragusa Pride”.
Per poi riconfermare “ferma contrarietà ad ogni ipotesi di organizzazione di un Gay Pride a Ragusa con (o senza) il patrocinio del Comune” lanciando al tempo stesso un chiaro monito al sindaco Cassì “per l’ennesima volta ci troviamo ad apprendere dalla stampa di iniziative che, pur incidendo profondamente sulla nostra comunità e sulle molte persone che si riconoscono nei valori di Fratelli d’Italia, vengono assunte senza alcuna consultazione con gli alleati”. Oddio, sembrano dire i dirigenti di Fratelli d’Italia, “comprendiamo che le funzioni istituzionali del Sindaco impongono giustamente che egli ascolti le istanze di tutti i cittadini, da qualunque area politica provengano.
Tuttavia, a quanto pare, il Sindaco non si sarebbe limitato ad ascoltare, ma avrebbe anche approvato “tutti i programmi e i vari progetti” proposti dall’Arcigay, spingendosi persino a ventilare il sostegno del Comune all’organizzazione di un possibile Gay Pride a Ragusa nel 2020”. Sergio Arezzo, Gianni Antoci, Umberto Calvanese, Alessandro Sittinieri e Nicoletta Tumino, premettono ancora una volta “per noi è assolutamente condivisibile l’intento di combattere ogni forma di discriminazione e di violenza, da quelle contro gli omosessuali a quelle contro le donne, i bambini, gli invalidi, così come il bullismo e il cyberbullismo” per poi tornare a confermare la propria linea politica ripetendo, a scanso di equivoci, quanto già affermato nel loro precedente comunicato “non vediamo quale beneficio si possa ottenere in tal senso trasformando Ragusa in una Rio de Janeiro LGBT, con una carnevalata provocatoria e autoreferenziale, per di più fortemente politicizzata, che nel suo furore ideologico iconoclasta ha l’unico scopo di celebrare la trasgressione fine a se stessa, non certo di promuovere la parità dei diritti. Di più, c’è il concreto rischio che si replichi l’indegna iniziativa del cosiddetto “baby pride”, organizzato in occasione del Gay Pride di Catania, durante il quale due drag queen leggevano fiabe gender ai bambini: un’inaccettabile operazione manipolatoria nei confronti di soggetti minorenni, che l’autorità pubblica dovrebbe invece proteggere e tutelare”.
Infine un consiglio per l’amministrazione Cassì, della quale sono l’unico partito organizzato a livello nazionale a farne parte “piuttosto che dare seguito a proposte discutibili come queste, l’amministrazione dovrebbe puntare a iniziative più serie e strutturali di contrasto a qualsiasi forma di violenza e discriminazione, organizzando convegni, dibattiti, memoriali, creando una rete di centri di ascolto e di supporto legale e psicologico per le vittime, e così via. I cittadini attendono risposte e azioni concrete, non sfilate provocatorie ad uso e consumo di pochi personaggi in cerca di visibilità politica”. (da.di.)