Sul presunto sversamento di idrocarburi nei pressi di un pozzo di proprietà dell’Eni, tra Ragusa e Modica, mentre il sindaco di Modica Ignazio Abbate sta verificando come stanno le cose, il sindaco di Ragusa Cassì non ha preso alcuna iniziativa. E’ il consigliere comunale Mario D’Asta a sollevare la questione.
"Dopo che questa amministrazione non mi ha consentito di fare le opportune verifiche presso l’impianto di sollevamento Lusia dando la sensazione di nascondere qualcosa, mentre buona parte della nostra provincia si allarma per quanto sta accadendo sul presunto sversamento di idrocarburi, mentre Legambiente ha lanciato svariati allarmi e mentre anche il sindaco della città della Contea, Ignazio Abbate, ha deciso di vederci chiaro e di capire sino a che punto la minaccia di petrolio nelle falde acquifere possa essere concreta attivando controlli specifici, il primo cittadino di Ragusa non dice una sola parola. Questa amministrazione sta a guardare e non prende una posizione che sia una a tutela dei cittadini ragusani. Mi sarei aspettato di più da un sindaco che, a mio avviso, avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa per dare segnali di vicinanza e di sicurezza ai nostri concittadini“.
D’Asta solleva, adesso, una nuova questione sui potenziali problemi riguardanti la qualità delle acque, problemi che possono riguardare da vicino tutti i cittadini ragusani così come quelli di altre zone della nostra provincia. “Premetto – continua D’Asta – che non abbiamo motivo di dubitare delle rassicurazioni fornite dall’Eni ma non possiamo rischiare che qualcosa di grave accada, alla luce dei fatti che si sarebbero verificati in contrada Moncillè. Non possiamo rischiare un danno ambientale. Legambiente ha presentato in Procura un esposto.
Il sindaco avrebbe potuto mettersi in moto per cercare di capire se c’erano anomalie con riferimento alla qualità delle acque provenienti da alcune sorgenti che servono la rete ragusana e che, però, potrebbero risultare inquinate dallo sversamento. Non dimentichiamo che il sindaco è la massima autorità sanitaria in città, se è vero che il pozzo 16 va a contaminare diverse falde acquifere, è fondamentale capire come stanno le cose”.