La protesta dei commercianti di via Roma a Ragusa messa in atto sabato scorso con lo spegnimento di luci ed insegne ha avuto come obiettivo prioritario la richiesta di riaprire il ‘salotto buono’ cittadino al traffico veicolare ritenendo tale misura la panacea di tutti i mali.
Una misura, peraltro, che ha sempre suscitato polemiche anche aspre tra favorevoli e contrari. Inevitabili i commenti all’iniziativa e alla richiesta dei commercianti. Naturalmente è arrivato il “sostegno pieno a questa dura presa di posizione”da parte della Confcommercio cittadina che parla di “rilancio possibile ma solo se ci sarà pieno sostegno da parte di tutti i soggetti interessati a fare esprimere appieno il potenziale di questa parte della città”. Dopo aver constatato che “il salotto buono della città, come ci avevano abituato a chiamarlo, dove era concentrato il commercio e il passeggio dei ragusani, oggi risulta essere la zona peggiore dove poter decidere di aprire un attività o dove andare a fare una semplice passeggiata” l’associazione dei commercianti si dice tuttavia fiduciosa “nella rinascita della via principale di Ragusa ma serve l’aiuto da parte di ciascuno dei soggetti interessati a questo rilancio.
In primo luogo, chiediamo ai privati di abbassare le pretese di affitto sui locali commerciali ancora sfitti; poi, chiediamo all’amministrazione di mettere mano e in maniera decisa a questa situazione: serve attuare con urgenza un piano di riqualificazione per tutto il centro storico. I commercianti sono rimasti soli e assistere a questa manifestazione di estremo disagio è una sconfitta per tutti: per i commercianti, per l’amministrazione e per i ragusani stessi”. La parola passa poi alla politica. Il gruppo consiliare 5 stelle “si chiede “le ragioni profonde per cui i commercianti di via Roma hanno deciso di manifestare in maniera così eclatante il proprio disagio.
Spegnere le insegne e tenere al buio il cuore della città, ancorché alle prese con numerose problematiche da anni, significa che la situazione è ormai arrivata al limite e che gli operatori del settore sono allo stremo delle forze”. I consiglieri pentastellati Sergio Firrincieli, Zaara Federico, Antonio Tringali, Alessandro Antoci e Giovanni Gurrieri evidenziano poi che “qualche mese fa, il sindaco si era confrontato con gli stessi operatori commerciali che hanno dato vita a questa iniziativa per cercare di individuare una soluzione ai disagi manifestati. Allora vuol dire che qualcosa non ha funzionato? Oppure che le eventuali promesse fatte non sono state mantenute? Naturalmente, siamo consapevoli che il problema di via Roma ha origini lontane e che nessuno può avere la bacchetta magica pretendendo di risolverlo.
E però se i commercianti della zona hanno deciso di scendere in campo in maniera così dura, significa che tutti i confronti portati avanti con l’attuale amministrazione si sono risolti in un nulla di fatto”. Nel dibattito si registra poi l’intervento molto articolato del gruppo consiliare Pd, ovvero Mario Chiavola e Mario D’Asta che senza mezzi termini precisano “ridurre il dibattito alla mera riapertura della via Roma fornisce il senso del fallimento delle politiche di questa amministrazione” e illustrano la loro ricetta “occorre dare vita ad una programmazione a largo raggio per riqualificare il centro storico e ridare vita al settore commerciale. Per quanto mostriamo vicinanza ai commercianti, diventa limitante ridurre il dibattito tutto alla mera riapertura della via Roma.
Soluzioni come quella richiesta da alcuni commercianti non risolvono, da sole, le criticità che affliggono gli operatori di via Roma e delle vie adiacenti. Serve una visione strategica di insieme, una cabina di regia che stentiamo a vedere”. Secondo Chiavola e D’Asta “occorre, come sosteniamo da tempo, riportare al centro il tema del rilancio del centro storico nel suo complesso. Occorre riempire il centro storico di contenuti, di carattere demografico, culturale, ricreativo, economico, sociale, ludico per bambini, per attirare, sempre di più, i cittadini, di nuovo in via Roma. Serve riportare i cittadini a vivere e ad abitare nel centro storico e serve rivitalizzarlo. Occorre abbattere e ricostruire con le politiche del "volume zero".
Servono incentivi fiscali per i proprietari dei locali che devono abbassare i canoni di affitto, servono incentivi specifici per nuove attività, nella via e in quelle adiacenti, e per quelle già esistenti. Serve creare spazi culturali e sociali. Servono iniziative specifiche e senza proposte concrete, la riapertura al traffico di via Roma viene vista come una proposta monca, come una sorta di toppa, ma pur sempre di toppa trattasi. Da un lato, sempre su nostra proposta, si approvano il piano Urbano della Mobilità Sostenibile e il Piano Urbano del Traffico che propongono il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso la definizione di azioni orientate a migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema della mobilità e la sua integrazione con l’assetto e gli sviluppi urbanistici e territoriali con riduzione del consumo di carburanti tradizionali diversi dai combustibili alternativi, miglioramento della qualità dell’aria, riduzione dell’inquinamento acustico e, dall’altro, si fanno scelte che disegnano dissonanti”. A sintetizzare la loro visione di centro storico, infine, Mario Chiavola e Mario D’Asta concludono “ noi, all’orizzonte, con percorsi condivisi, vediamo la pedonabilità. La nostra stella polare rimane un centro storico fatto di persone, di cittadini, di bambini e di famiglie, e non certo di auto con smog ed inquinamento. Basta guardare le più belle città italiane ed europee per rendersene conto. Non possiamo rassegnarci ad immaginare un futuro diverso”. (da.di.)