Impianto di Biometano in contrada Zimmardo Bellamagna, M5S Modica: auspichiamo una soluzione condivisa. Lo avevamo già detto e lo ribadiamo: l’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di biometano in contrada Zimmardo Bellamagna è un altro frutto degli errori del passato.
Sì, proprio così. Nel 2010 a Palermo, i parlamentari di allora, di cui qualcuno di loro adesso invoca le barricate, si sono resi tutti quanti protagonisti nel consegnare alle proprie comunità di appartenenza un Piano Paesaggistico con dei nei abbastanza evidenti, uno dei quali è costituito proprio dalla zona bianca della suddetta contrada. A questo punto sorge spontaneo chiedersi come mai le barricate non furono fatte nel 2010 e negli anni in cui si progettava il suddetto Piano Paesaggistico? Soprattutto dopo i fatti di quindici anni orsono accaduti sempre in quella zona! Eppure sarebbe bastato un semplice vincolo per tutelare definitivamente quell’area! Ci fa piacere, pertanto, che, finalmente, dopo accesi dibattiti su ogni mezzo di stampa, nonché sui social e in due Consigli Comunali aperti, l’importante tema da noi più volte sollevato, quello sulla pianificazione territoriale, dopo la presa d’atto dell’irresponsabilità dei politici del passato, è diventato, per tutte le parti in causa di questa vicenda, la base da cui partire, magari per consegnare ai nostri figli un futuro migliore.
La nostra Portavoce regionale, On. Stefania Campo, riferendosi al caso specifico, ha parlato più volte di vuoto normativo e di errata pianificazione, fra l’altro, riguardo al Piano regionale dei rifiuti, che dovrebbe disciplinare anche la realizzazione di tali impianti. La stessa Presidente del Consiglio Comunale di Pozzallo, Quintilia Celestri, ha espresso condivisione per la nostra posizione sul tema della pianificazione territoriale, quando, nel suo analitico e lucido intervento a palazzo S. Domenico, ha fatto riferimento alle considerazioni esposte dal nostro attivista, Corrado Vizzini, circa l’opportunità – riferita a Pozzallo e Modica – che amministrazioni di territori limitrofi normino congiuntamente le fasce di territorio a cavallo delle comuni linee di confine. Nello stesso consesso, l’intervento del Sindaco di Modica è entrato nella tematica da noi sollevata sulle conseguenze paradossali che l’assenza di specifici limiti normativi comporta, in quanto pone entro i confini della legittimità anche richieste e concessioni di insediamenti potenzialmente confliggenti con il territorio e i suoi diretti fruitori.
A integrazione degli interventi delle figure istituzionali che hanno ripreso e dato credito alle nostre considerazioni e ai nostri appunti sulla pianificazione territoriale urbana, evidenziamo che, qualora la normativa emanata da un ente sovraordinato all’ente Comune e preposto a esercitare specifiche funzioni di salvaguardia – quale la Regione o la Sovrintendenza – non provvedesse a definire la regolamentazione sull’uso e la destinazione di aree degne o bisognevoli di specifiche attenzioni (il riferimento è ovviamente alla porzione di territorio in questione), il Comune, cui spetta giurisdizionalmente e amministrativamente il controllo del territorio, ha la possibilità e il dovere etico e sociale di emanare, in funzione sussidiaria, norme a tutela dell’area sfuggita all’attenzione del primo.
Detto ciò, e nell’attesa che attraverso il vertice programmato tra i due Comuni, la Sovrintendenza e la Società richiedente le autorizzazioni all’intervento, si individui una soluzione condivisa, auspichiamo che si inizi immediatamente a porre rimedio agli errori del passato e nello stesso tempo si individuino oculatamente e in maniera condivisa con le popolazioni, aree adeguate a ricevere impianti di produzione di energia alternativa da fonti rinnovabili che, a nostro avviso, rappresentano il futuro e lo strumento per frenare i cambiamenti climatici e promuovere la tanto menzionata e abusata ‘economia circolare’.